Un uomo e il suo tuktuk: in viaggio verso Berlino
“Come rispondi a chi giudica il tuo stile di vita?”
“Se giudicare ti rende felice, magnifico. Sono lieto di essere di aiuto. […] Siamo tutti impegnati nella stessa sfida, cercando di vedere meglio, di vedere di più e di trovare noi stessi. C’è chi lo fa rimanendo in un piccolo villaggio tutta la vita e lo trovo stupendo, altri invece fluttuano da una cultura all’altra, esperienza dopo esperienza. Siamo tutti nella stessa barca.”

Viaggiando, la migliore forma di apprendimento deriva dalle persone che incontriamo. Relazionarsi è il più puro dei bisogni umani e al ricordo che abbiamo di un determinato viaggio sono legati la bellezza dello scambio e del contatto umani.
Tre anni fa, ho conosciuto John Tattersall. Era uno degli ospiti di un ostello nel quale stavo lavorando come volontaria. Possiamo dire che un uomo adulto che soggiorna in un ostello della gioventù non si vede tutti i giorni. Per non parlare del fatto che dimostrava dieci anni di meno (da lui giustificato con la mancanza di stress) e che proviene da un arcipelago mozzafiato di cui non sapevo nulla.
Infatti, John è nato 49 anni fa nelle Isole Vergini Britanniche, nell’Oceano Atlantico, ma in realtà è in continuo movimento.
Quando non sta lavorando alla produzione dello show televisivo Survivors, sulle isole Fiji, viaggia per il mondo tostando chicchi di caffè nel retro del suo tuktuk importato dall’India. John è un eccellente film-maker e i suoi studi girano principalmente attorno alla cinematografia, ma, come lui stesso dice, ha “due lavori e milioni di studi”. Il suo stile di vita, nonché il suo mantra, si basano sul cambiamento costante e sullo studio approfondito e continuo di se stesso.
Ecco perché, nel 2020, ha deciso di ristrutturare il suo tuktuk per convertirlo in un torrefattore di caffè mobile.

Aveva già guidato dalla costa ovest della Scozia fino al Mediterraneo, quando, in Francia, ha avuto inizio il suo viaggio di sei settimane da Monaco a Berlino. Facendo tappa a Milano, è giunto fino al Lago di Garda, poi, dopo qualche nuotata, si è diretto verso le Alpi Austriache, ha attraversato un Passo del Brennero estremamente innevato e difficile, per infine entrare in Baviera e affrontare le sue foreste.
I suoi giorni consistevano in guida meditativa e spostamento consapevole verso il prossimo luogo naturale in cui pernottare. Comprava cibo dai mercati sulla via e lo cucinava con il suo fornello a gas portatile. Utilizzava la parte anteriore del veicolo, quasi sempre molto fresca, come frigorifero, e la parte posteriore era il suo letto. Caricava i suoi apparecchi elettronici tramite pannelli solari e si teneva al caldo grazie a coperte pesanti.
Per quanto riguarda i bisogni fisiologici, è tutto come lo stai immaginando. Con qualche trucchetto, è chiaro.

Naturalmente, stare all’esterno tutto il tempo è stata una grande sfida, ma John non crede che le difficoltà siano sempre negative: “Ho imparato quanto è sano per corpo, mente e anima. Penso che la chiave per crescere come uomo moderno sia restare in contatto con il nostro animale interiore, e vivere le giornate con intuito, istinto naturale, quello che io chiamo movimento animale.”
Quando percorre le strade con il suo tuktuk contempla i suoi pensieri e, quando si ferma, gode di una piena e completa connessione con la natura. La trova nei chicchi di caffè non ancora tostati, poiché ogni seme ha l’odore esplosivo del Paese dal quale deriva. E nelle vaste aree verdi in cui decide di dormire. All’inizio, dice, è stato stressante trovare dove passare la notte, perché non era ancora sicuro di cosa fosse consentito e cosa no, ma poi, con il passare del tempo, si è reso conto di come a nessuno interessi quello che fai, anche nella loro proprietà! “La scena è sempre la stessa, ridono, mi sorridono e vogliono sapere la storia. Poi mi augurano buona fortuna.”
Solitamente, tramite Google Maps in modalità satellite, individuava una buona area verde lontana da città e strade, che distasse una giornata di guida al massimo e che fosse nella direzione della sua destinazione finale. In questo caso, il suo capolinea è stato Berlino, dove si trova attualmente. Tuttavia, John non la considera la fine del suo viaggio: la sua avventura continua, quando percorre le strade della città sul suo tuktuk.
Non ci è difficile credere che per lui il momento migliore per viaggiare è “quando non ci sono limiti di tempo”, in modo da poter godere interamente del flusso degli eventi e non perdere alcuna opportunità. John è la rappresentazione dell’affascinante concetto del viaggiatore lineare del quale ho scritto nel mio ultimo articolo. Dice: “La parola viaggio è, a mio parere, molto limitante e non esaurisce del tutto il concetto di profonda e radicale esperienza che possiamo avere a prescindere dalla collocazione fisica. In un certo senso, non mi sembra di muovermi, quanto più che diversi panorami e culture vadano e vengano, a me, da me e attraverso me.”
Sulle difficoltà che un viaggio del genere comporta, John ha detto che ce ne sono moltissime. Ed è questo il bello. Il più grande è probabilmente che è un’esperienza molto solitaria, che è costruttivo e positivo per una moltitudine di aspetti, fa scavare all’interno di se stessi, meditare e crescere, ma “alla fine dei conti, la vita non è che la tela di relazioni che intessiamo e noi siamo parte di questa giungla gigante di punti di vista tutti unici.”
Articolo a cura di: Bianca Petrucci