Un mare di plastica
L’inquinamento diffuso dei mari, unitamente al fenomeno della pseudo-sazietà dei pesci, purtroppo preoccupa sempre di più. La plastica, ormai, regna sovrana.

Plastica, plastica ovunque!
La presenza della plastica, in tutte le sue forme – anche microplastiche – negli oceani, rappresenta una minaccia mondiale per l’intero ecosistema, dalla salute dei pesci a quella di tutte le specie, fino alla nostra. A questi innumerevoli problemi, si affianca anche la “pseudo-sazietà” dei pesci: infatti, gli abitanti del mare, a causa dello stomaco stracolmo di microplastiche – difficili da espellere – avvertono una sensazione di sazietà, senza mangiare e crescere.
Qualche dato
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha preparato un rapporto a riguardo, evidenziando come, nel periodo tra il 1980 e il 2019, quasi 50.000 animali di 116 specie diverse nel Mediterraneo abbiano ingerito della plastica. Il 59% era costituito da pesci ossei, tra cui sardine, triglie, orate, merluzzi, acciughe, tonni e gamberi; mentre il 41% da mammiferi, crostacei, molluschi, meduse e tartarughe. In più, a volte le microplastiche vengono ingerite per sbaglio, confuse per plancton o perché sulla loro superficie si depositano microalghe o batteri di cui i pesci sono ghiotti. Inoltre, almeno 44 specie sono state catturate dalla plastica, morendo per strangolamento o denutrizione.
Il litorale adriatico
Per quanto concerne la pseudo-sazietà, invece, in Italia il problema è particolarmente evidente sulla costa Adriatica, territorio nel quale stanno nascendo vere e proprie isole di plastica. Infatti, alcune ricerche confermano come questo specchio d’acqua sia sicuramente molto vulnerabile, specialmente a causa della sua conformazione semi chiusa, della bassa profondità delle acque, dell'alta antropizzazione delle e del ridotto ricircolo dell'acqua
E i rischi per l’uomo?
In ultimo, spesso ci si interroga sui rischi, per la salute umana, derivanti dal consumo di pesce contaminato dalla plastica. Secondo un rapporto FAO, ad oggi non siamo in grado di determinare la presenza di conseguenze negative sulla salute umana. Il problema, però, a lungo andare, potrebbe derivare dalla cospicua assunzione di sostanze inquinanti.
Articolo a cura di: Elenio Bolognese