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Tradizioni a confronto: la Pasqua cattolica e ortodossa

La Chiesa ortodossa, seppur avendo molte similitudini con il cattolicesimo, presenta tuttavia numerose differenze in termini di credo e tradizioni. In questo articolo verranno messe a confronto le principali caratteristiche riguardanti la celebrazione di una delle festività cristiane più importanti: la Pasqua.



La separazione di questi due rami del cristianesimo risale allo Scisma d’Oriente del 1054 e, al giorno d’oggi, si contano circa 300 milioni di credenti ortodossi, i quali rappresentano il secondo gruppo più esteso di cristiani al mondo, subito dopo i cattolici. Oltre ad avere innumerevoli aspetti in comune come la Bibbia, i sacramenti, la venerazione di Maria e dei Santi, entrambe le religioni festeggiano la risurrezione di Gesù con la solennità cristiana della Pasqua.


Ma quali sono le principali differenze e similitudini tra la Pasqua cristiana e ortodossa?


Innanzitutto bisogna specificare che i credenti ortodossi non seguono lo stesso calendario adottato dai cattolici (il calendario gregoriano), ma fanno riferimento al calendario giuliano e tra i due ci sono tredici giorni di differenza (il Natale ortodosso cade per questo motivo al 7 di gennaio). Questa è una delle ragioni per cui le date delle due feste spesso non combaciano. Un altro motivo è dovuto al fatto che, mentre per la Chiesa Cattolica il giorno di Pasqua cade nella domenica successiva al primo giorno di luna piena che si ha dopo l’inizio dell’equinozio di primavera, per la Chiesa Ortodossa questa si stabilisce per la domenica che segue l’equinozio.


Per quanto riguarda le tradizioni, in entrambi i credi è previsto un digiuno durante la Settimana Santa (da lunedì a sabato), che inizia con la Domenica delle Palme per i cattolici e con la Domenica dei Salici per gli ortodossi.


La vera protagonista che rende la Pasqua ortodossa una celebrazione tanto amata da grandi e piccini è la famosa battaglia delle uova. Seppur presenti anche nella tradizione cattolica, in quella ortodossa le uova assumono un ruolo molto diverso. Queste vengono infatti cucinate e dipinte nei modi più svariati durante il Giovedì Santo, per poi essere utilizzate in un gioco tipico di questa festività: ogni commensale, dopo aver scelto un uovo sodo che gli è parso abbastanza resistente, si batte a colpi di uovo con quello scelto dall’altro avversario. Il vincitore tra i due ottiene in premio l’uovo che ha sconfitto e lo mangia. Un’altra tradizione a tavola è quella della consumazione di un pane speciale con la forma della Croce disegnata sopra, che viene fatto in casa e consacrato al termine della liturgia.


Nei Paesi ortodossi (prevalentemente di cultura slava) quali la Russia, la Serbia, la Grecia, la Romania, Bulgaria e la Grecia, questa festa è forse ancora più sentita del Natale perché racchiude in sé molti significati importanti, come la vittoria della vita sulla morte e quest’anno cade quasi un mese dopo quella cattolica, ovvero il 2 maggio 2021.


Articolo a cura di: Marijana Jovanovic



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