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Torino, la Città Sommersa di LB

L.B. corre nella fredda e invernale Torino, scalzo, coperto di sangue non suo.

“Città sommerse” di Marta Barone è la storia di un uomo avvolto dal mistero del passato, la storia di suo padre.


«Di lui non sapevo granché. Oltre al fatto che quando siamo giovani ci limitiamo a constatare che i nostri genitori esistono, e non ci interessiamo molto di loro, io e mio padre avevamo vissuto in case diverse per oltre vent’anni, e in alcuni periodi di lunghezza variabile non ci eravamo parlati o ci eravamo frequentati pochissimo. Avevamo, come si suol dire, rapporti difficili».



Tutto comincia nel momento in cui Marta si ritrova a leggere degli atti giudiziari che lo riguardano, e allora decide di recuperare la memoria difensiva del processo al padre. Ha a che fare con la questione politica del tempo, con il suo mestiere di medico, con il soccorso di un manifestante particolarmente pericoloso per le autorità. Quando Marta li legge, ormai, L.B. è morto da qualche tempo, divorato da un cancro.


Da qui ripercorre quelli che sono i suoi ricordi e quelli delle persone a lui vicine, mette insieme i pezzi di una vita, di un padre che non ha mai raccontato la sua storia. E lo fa raccontando una piccola parte della storia della Torino degli anni Settanta, gli anni di piombo.

Riflessioni, sospensioni, foto che delineano vuoti, tra assenza e presenza, un confine labile come tra passato e… futuro.




Quando iniziamo a interessarci della vita dei nostri genitori? Troppo tardi? Forse no. Un romanzo consigliato a chi non ama nascondere i segreti sotto il tappeto della propria vita, a chi ha voglia di recuperare uno spaccato sociale ancora poco conosciuto, a metà tra indagine e ricostruzione, non solo di L.B. ma di se stessi.


Articolo a cura di: Serena Votano



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