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Thomas Sankara, il dittatore illuminato

Thomas Isidore Noël Sankara è stato un “dittatore” rivoluzionario della “Repubblica dell’Alto Volta”, che lui successivamente rinominò “Burkina Faso”, cioè “Terra degli uomini integri”.


Thomas Sankara nacque a Yako il 21 dicembre 1949. Nel 1970 iniziò a frequentare l’accademia militare Antsirabe in Madagascar, e lì oltre ad apprendere tecniche e strategie militari, studiò l’ideologia marxista e socialista a fondo, sviluppò la propria visione rivoluzionaria in funzione del popolo, si rese conto che l’unico modo per sviluppare l’Alto Volta fosse quello di combattere l’imperialismo coloniale francese era quello di creare un sistema economico autosufficiente, sviluppare l’istruzione, la cultura, la sanità e l’identità nazionale e l’investimento nel settore agricolo. Il Paese versava in una condizione di carestia, di fame, di povertà assoluta, che avevano portato l’aspettativa di vita a circa 40 anni.



La carriera politica di Sankara iniziò nel settembre 1981 quando, dopo l’ascesa al potere di Saye Zerbo, divenne Ministro dell’informazione. Il suo approccio al ruolo di Ministro fu totalmente diverso dai suoi predecessori, perché Sankara aveva fin da subito promosso la libertà di informazione e incoraggiato i giornalisti a svolgere un attento lavoro di inchiesta, perché a suo avviso il popolo meritava di essere costantemente informato e aggiornato su ciò che riguardava la vita politica ed economica del Paese. Iniziarono così ad essere pubblicati scandali che riguardavano le alte sfere del governo Zerbo nei principali giornali locali. Sankara fu accusato da Zerbo e da tutti gli altri ufficiali di alto tradimento, in risposta si dimise affermando che il regime stava imbavagliando il popolo e lavorando soltanto per favorire gli interessi della élite militare.


Il 7 novembre 1982 Zerbo venne deposto da Jean-Baptiste Ouédraogo e questa volta Sankara divenne primo ministro avviando una serie di riforme progressiste. Ovviamente nemmeno Ouédraogo accettò il metodo di Sankara, che fu costretto a dimettersi dopo soli quattro mesi di governo e successivamente incarcerato. Tuttavia, la sua popolarità presso gli ufficiali giovani era così diffusa che fu presto organizzato un altro colpo di Stato.


Il 4 agosto 1983 Blaise Compaoré guidò un colpo di Stato che portò Sankara a diventare Presidente dell’Alto Volta francese.

Nominò subito un consiglio della Rivoluzione, abolì i partiti e i sindacati perché considerati l’espressione del vecchio regime filo colonialista che fino ad allora aveva attanagliato il popolo Burkinabé. Se da un lato misure così drastiche ed antidemocratiche erano dettate dall’urgenza di eliminare ogni forma di opposizione alle riforme necessarie per l’emancipazione del Paese, dall’altro ci fa capire come effettivamente Sankara fosse un dittatore poco propenso ad accordi e compromessi, necessari in una moderna democrazia.

In poco tempo l’Alto Volta, ormai rinominato Burkina Faso, divenne uno dei Paesi più efficienti dell’intero continente africano e il sostegno del popolo al regime di Sankara era pressoché unanime.


Licenziò la maggior parte degli statali, che godevano di uno stipendio superiore il doppio dello stipendio medio dei privati cittadini.

Furono vendute quasi tutte le macchine di grossa cilindrata di proprietà del governo e rimpiazzate con auto economiche, i militari distribuiti in tutto il territorio per aiutare gli agricoltori. Il nuovo dittatore diede prova del suo pragmatismo molto velocemente, infatti in poco più di 18 mesi furono costruite circa 350 scuole, più di 300 ospedali, 88 farmacie, più di 250 bacini idrici e 2000 pozzi, il reddito medio salì di quasi il 30%, fu avviata una campagna vaccinale che portò alla vaccinazione di circa 2 milioni di bambini, salvando circa 50 mila bambini che altrimenti sarebbero morti a causa delle tante malattie che devastavano il Paese, come la meningite o la poliomielite, la mortalità infantile scese sotto del 15%.

Furono promosse la costruzione di case in mattoni, piantati circa dieci milioni di alberi e iniziarono le riforme per l’emancipazione delle donne, vietando la poligamia, le mutilazioni dei genitali, i matrimoni forzati ed introducendo il divorzio.


Riformò il sistema scolastico tagliandone la tassazione di oltre il 50%, portando il tasso di alfabetizzazione dal 13% al 73%.

Costruì un sistema economico volto all’autosufficienza, promuovendo riforme ed investimenti che aumentarono l’efficienza dell’agricoltura, che vide un incremento sulla produzione di circa il 75%, investì anche sull’industria, sull’estrazione dei metalli e creando rapporti commerciali per vendere i metalli e gli altri prodotti. Il PIL salì dal 12 al 18 % e la spesa per investimenti pubblici aumentò vertiginosamente.



Fu ucciso il 15 ottobre 1987 in un colpo di stato organizzato dal suo ex collega Blaise Compaoré.

Oggi il Burkina Faso è di nuovo uno dei Paesi più poveri del mondo, chissà come sarebbero andate le cose se non fosse stato vigliaccamente assassinato.


Articolo a cura di: Antonino Cuppari



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