Storia ed evoluzione del mascara: quale scegliere?
Era il lontano 1913 quando faceva la sua prima comparsa in scena uno dei cosmetici più apprezzati di sempre: l'irrinunciabile mascara!
Ma facciamo qualche passo indietro e scopriamo da dove ha origine…
Sebbene questo prodotto di cosmesi sia comparso per la prima volta sotto il nome di "mascara" nei primi anni del '900, grazie a T. L. Williams, che lo ideò la sorella Mabel, in realtà ha radici ben più antiche.
Infatti, già nell'antico Egitto veniva utilizzato un prodotto molto simile - le cui modalità utilizzo erano quasi analoghe alle nostre - chiamato "Kohl".
Formato da carbone, solfito di piombo e malachite, era particolarmente sfruttato sia dalle donne che dagli uomini (come avverrà anche nel mondo arabo).
Perfezionata la tecnica, il prodotto giunse a noi agli inizi del 1900.

Le prime formulazioni prevedevano la miscela di scaglie di sapone e pigmento nero in parti uguali, fino ad ottenere un composto denso. Una volta posto nelle cialde o nei tubetti risultava facilmente stendibile con uno spazzolino.
La situazione si complicò con l'arrivo degli anni '30, poiché non ancora contente dei risultati ottenuti con la prima formulazione del prodotto, le industrie di cosmesi iniziarono a produrre mascara con prodotti nocivi per la vista, tanto che molte donne riscontrarono seri problemi di salute, derivati dall'uso di materiali presenti nel Kohl e l'anilina.
Furono i mitici anni '60 a far nascere la formula di mascara più simile alla nostra.
Stendere il prodotto con uno spazzolino, prelevandolo da una cialda si rivelò poco funzionale, per tale motivo di inventato lo scovolino, che garantiva un'applicazione ottimale, capace di rendere le ciglia otticamente più lunghe e folte.
Oggi i mascara con cosa sono prodotti?
Sfatiamo subito un falso mito: niente guaina di pipistrello!
La maggior parte dei mascara ad oggi è composta da prodotti non nocivi per la salute, tra i quali è possibile trovare: nero di carbonio per i mascara comuni, ossido di ferro per quelli marroni e blu oltremare per gli azzurri.
Spesso si aggiungono olii - come quello di ricino, molto utile per la crescita delle ciglia - e cere - soprattutto cera d'api e carnauba - per rendere il prodotto più viscoso, facilitandone la stesura.
L'INCI spesso riporta anche l'alcool e il rayon utili per la fluidità del prodotto, ma l'ingrediente al quale fare maggiormente attenzione è sicuramente il thimerosal, un conservante che causa facilmente irritazione, soprattutto a chi soffre spesso di dermatite.
Cose da non fare con il proprio mascara:
● utilizzarlo per più di 3 mesi dalla data di apertura (potrebbe provocare allergia);
● prestarlo o applicarlo su altre persone;
● tirare ripetutamente dentro e fuori lo scovolino per prelevare più prodotto (di rischia di seccare il contenuto).
Che tipo di mascara scegliere?
Ovviamente dipende dai risultati che ognuno di noi vuole ottenere. Focalizziamoci sui tipi di scovolino:
● conico, per donare lunghezza e volume;
● curvo, per avere l'effetto piega-ciglia;
● spesso, per volumizzare;
● a pettine, per separare e definire;
● sottile, per un effetto allungato
Per un make up waterproof sono consigliati i mascara privi di emulsioni a base d'acqua (tendono a sbavare e rimuoversi meno facilmente), meglio prediligere quelli con emulsione di acqua e olio.
Una volta applicato, il mascara ha la capacità di cambiare totalmente lo sguardo!
E tu, riusciresti a rinunciarci?
Articolo a cura di: Serena Luvero