Squid Game: quando le regole del gioco insegnano a vivere
(Una regola per gioco)

1) Un, due, tre… stella!
Durante questa prima sfida è presto chiara a tutti la modalità di gioco: andare avanti. Iniziare a camminare significa dover continuare a farlo per sopravvivere, significa connettere mente e corpo per mantenere l’equilibrio, regolare il respiro e non guardarsi indietro. Si impara, anche se costretti, ad avere il coraggio di portare a termine una scelta, anche se difficile e dunque lasciarsi alle spalle tutto ciò che fermerebbe o devierebbe dall’obiettivo.
2) Favi di zucchero
Quanto è conveniente barare per salvarsi la pelle? Sembra possa essere l’unica soluzione se non la più allettante, in alternativa ad una morte certa. Seong Gi-hun invece, fa di più, trova il modo per evadere dalla situazione ma senza ingannare il sistema, quanto più “aggirarlo”. Insegna che, prima l’attenzione per fare luce sul problema, e a seguire la calma, costanza e pazienza sono fondamentali per comprendere e risolvere l’inghippo, letteralmente.
3) Tug-of-War (tiro alla fune)
Apparentemente una squadra di soli uomini ben impostati è la scommessa perfetta se si vuole vincere a questo gioco. L’anziano numero 001, il cui nome verrà rivelato solo nell’episodio successivo, spiega come da giovane non abbia quasi mai perso una partita. Il segreto non è una vera e propria rivelazione quanto la messa a fuoco dell’obiettivo e quindi la messa in circolo della logica e della strategia. Un cervello in funzione, il ragionamento e le regole della fisica sono in grado di battere una sfilza di muscoli. Inoltre avrete notato che per la prima volta, davvero, è in atto quello che è il gioco di squadra: importante dunque è il riconoscimento dei propri limiti e delle proprie abilità, saperle giostrare e incastrarle assieme agli altri componenti e alle loro attitudini. Nella squadra sono importanti i ruoli certo, ma ognuno a suo modo è fondamentale; d’altronde nessuno si salva da solo.
4) Marmi (biglie)
Ascoltare. Saper cogliere le parole dell’altro imparando a vederlo oltre al suo nome, che infatti viene rivelato sia dalla ragazza che dall’anziano solo a fine episodio. La storia di un individuo è importante per ricordarsi, imparare dall’esperienza e far fronte al presente e saper prendere una decisione, per la propria ma anche per la salvezza altrui. Ma altresì emerge la controparte della diffida, la fiducia: fondamentale se si gioca assieme, ma un azzardo forse se ci si trova faccia a faccia con una particolare sfacciatura dell’umano: “la bestia” – colei che ha paura e ha l’istinto di salvarsi.
5) Glass Stepping Stone
“Beati gli ultimi perché saranno i primi” potremmo dire. Anche qui emerge il tema della fiducia: chi conosce la materia sa dove è meglio poggiare i piedi, sa come distinguere il vetro robusto da quello che andrebbe in frantumi… ma come fare a fidarsi di coloro che sono disposti a tutto pur di vincere? Se solo l’uomo avesse parlato non sarebbe valsa la regola dell’ultimo e del primo, della morte certa e della statistica di vita sicché tutti sarebbero passati. Quanti innocenti caduti per la salvezza di chi stava alle loro spalle, quanti avrebbero potuto farcela. Paura ed egoismo tirano l’acqua al proprio mulino.
6) Squid Game
Infine il gioco che dà nome alla serie intera, la prima sequenza sancita da una narrazione attenta e suggestiva. Non ci può essere una situazione di svantaggio tra le due parti, ecco perché affinché i giocatori abbiano pari opportunità viene affibbiato un handicap iniziale agli attaccanti; è giusto che niente e nessuno sia agevolato. Il vantaggio sta nel capire come giocare le proprie carte. In questo caso però accade qualcosa che nei campi di gioco non è solito accadere: la rinuncia dopo una presa di consapevolezza e il perdono dopo un susseguirsi di sofferenze che non si scorderanno mai.
Articolo a cura di: Matilda Balboni