Siamo tutti più Minimalisti?
Tutto ha avuto inizio con quell’iconica pulizia di primavera dell’anno del Covid. Prima o poi, in un punto o l’altro dell’anno scorso, tutti abbiamo deciso di svuotare, ripulire e risistemare i nostri armadi. Come se, mentre il nostro universo Vita Variegata passava ad essere mondo Casa, noi avessimo cominciato a volere un cambiamento, un po’ perché messi di fronte ai nostri mostri, un po’ perché annoiati. Perciò, seleziona, scarta, butta, riposiziona, purifica, respira e riparti, abbiamo iniziato a fare spazio.

Personalmente, in qualsiasi luogo io abbia abitato, questo rito viene ripetuto ogni cinque o sei mesi da quando ho memoria. Il Minimalismo ha sempre fatto parte della mia vita anche prima di riuscire a dargli un nome, e in questo periodo la minimalista che è in me sta facendo salti di gioia.
Mai come ora, siamo tutti un po’ più minimalisti: meno spostamenti, meno spese, meno libertà, anche meno amici. Senza rendercene nemmeno troppo conto, piano piano chi e cosa non apporta sani miglioramenti alla nostra vita sparisce, mentre chi conta e ciò che serve rimane. Secondo me, c’è qualcosa di estremamente sano in questo.
É anche vero che, di primo impatto, il nostro istinto più umano ha tentato con tutte le sue forze di mantenere una normalità: gli aperitivi in videochiamata, gli applausi sui balconi alle 18, la Pasquetta virtuale, i programmi intensi e dettagliati di fitness, gli incontri clandestini al supermercato, l’acquisto di articoli online - per noia o per tenere a bada l’ansia.
Ora, questa situazione ci ha spinti ad adottare uno stile di vita più semplice, a dosare le nostre energie, a ridimensionare, scartare, buttare, sistemare. D’altronde, siamo esseri adattabili, e quando, guardando fuori dalla finestra, cambia ciò che vediamo, di conseguenza cambiamo anche noi.
Può sembrare abbastanza triste, ma io credo che affrontare la vita con una filosofia minimalista aiuti ad essere più liberi. Non perché possedere tante cose sia sbagliato, ma perché applicare nella quotidianità una scala di priorità che riguarda per lo più ciò che è necessario a dispetto di ciò che è superfluo, è fondamentale nel raggiungimento di tale libertà.
“Libertà dalla paura. Libertà dalla preoccupazione. Libertà dalla sopraffazione. Libertà dal senso di colpa. Libertà dalla depressione. Libertà dalla trappola della cultura del consumatore attorno alla quale abbiamo costruito le nostre vite. La vera libertà.” Queste le parole di Joshua e Ryan, in arte The Minimalists, responsabili del mio ufficiale ingresso in questo mondo, prima tramite il loro documentario su Netflix Minimalism: A Documentary About The Important Things, e in seguito con il loro blog. Sintetizzano il concetto di Minimalismo come “un mezzo per sbarazzarti degli eccessi della vita e concentrarti su ciò che è importante, in modo da trovare felicità, pienezza e libertà.”
Nella pratica, smetti di comprare cose che non ti servono e rivaluta ciò che già possiedi, abituati a buttare e non accumulare oggetti che non utilizzi o che hanno terminato di servire la loro funzione: ti aiuterà a mettere ordine, e l’ordine fisico è il primo passo verso un ordine mentale. Conserva le tue energie per le persone che ti stimolano e soffiano il vento sulla tua barca a vela, comincia a dire di no a chi ti consuma. Si tratta di spostare la tua attenzione sul fondamentale costantemente, che risulterà in un beneficio per te e per chi ti circonda.
L’obiettivo è amare la verità e non l’accessorio, e pretendere che lo stesso ti venga restituito.
Articolo a cura di: Bianca Petrucci