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Scontro tra titani... e scuderie

Louis Hamilton e Max Verstappen, a pari punti in Campionato, si sono sfidati nel Gran Premio di Abu Dhabi in un formidabile testa a testa che ha decretato il nuovo detentore del titolo mondiale di F1.



Già a partire dalle prove libere sono cominciate le prime discussioni su un possibile caso di impeding da parte di Hamilton nei confronti di Mazepin. I commissari di gara, in quel caso, avevano chiuso un occhio per non penalizzare già da principio uno dei due contendenti. Nelle qualifiche il pilota olandese era stato bravo a conquistare subito la pole position grazie all’aiuto del compagno di squadra Sergio Perez, che, con grande spirito di sacrificio, abortendo il suo giro, gli aveva concesso maggiore velocità lasciandogli sfruttare la scia. Hamilton risultava così ben tre decimi di secondo più lento.


Le qualifiche, però, non hanno avuto nulla a che vedere in termini di emozioni con la gara vera e propria. Allo spegnimento dei semafori Verstappen rimane piantato, forse per un errore nell’uso della frizione, ed Hamilton ne approfitta guadagnando la posizione. Ma Verstappen non ci sta e subito passa al contrattacco, tira la staccata e i due sfiorano il contatto. Hamilton va lungo e taglia la chicane, ricomparendo in prima posizione. Subito si fanno sentire le proteste da parte del team RedBull, ma poco dopo i commissari comunicano che nessuna investigazione è necessaria.


Dopo questo episodio controverso la gara prosegue e i piloti si fermano per cambiare le gomme. Sia Hamilton che Verstappen montano le gomme hard, ma Perez non effettua la sosta ai box e così facendo ottiene la prima posizione. Ciò che succede dopo ha dell’incredibile: Perez, nonostante abbia delle gomme usate, con delle manovre esperte, riesce ad ostacolare Hamilton e gli fa perdere ben sette secondi nei confronti di Verstappen, che raggiunge il duo in testa. Hamilton scappa, il motore Mercedes ne ha di più, ma al giro 35 si presenta alla RedBull l’occasione giusta per ribaltare le sorti del Mondiale. Incidente per Giovinazzi e gara che prosegue in regime di Virtual Safety Car. La RedBull fa rientrare il pilota olandese ai box, sfruttando l’obbligato rallentamento dei piloti rimasti in pista.


Nonostante le gomme nuove, Verstappen non riesce a recuperare il gap che lo separa dal pilota inglese, ma quando tutto sembrava già deciso ecco che Latifi perde il controllo della vettura e impatta contro il muro. Interviene a questo punto la Safety car (questa volta non virtuale) che ricompatta il gruppo. Il team RedBull, come nel precedente caso, approfitta di questa situazione e ferma Verstappen, montandogli un set di ruote Soft, non avendo nulla da perdere. Tra Hamilton e Verstappen, però, ci sono ora 5 piloti doppiati, che renderebbero comunque difficile il sorpasso all’olandese qualora la gara non terminasse sotto Safety car. Ed ecco che avviene l’episodio più dibattuto e che senza ombra di dubbio ha sovvertito l’esito del Mondiale. Dopo un acceso dialogo fra le scuderie e la direzione gara, viene concesso un ultimo giro di gara. Ma non è tutto qui. Ai piloti interposti fra i due contendenti è concesso di sdoppiarsi, lasciando così Hamilton e Verstappen l’uno vicino all’altro, per un ultimo giro di fuoco. Verstappen si infila in curva 5 con una bella staccata e si difende alla curva successiva dalla risposta di Hamilton, aggiudicandosi il Mondiale. La decisione presa potrebbe risultare dettata da logiche di spettacolo e di intrattenimento e per di più ai limiti del regolamento, motivo per cui la Mercedes ha presentato un reclamo in merito, poi respinto.



Le dispute verificatesi in seguito al Mondiale tra fan, addetti ai lavori e semplici appassionati di Motorsport hanno offuscato la limpidità della vittoria, rimettendo in discussione se non il titolo in sé, quantomeno il merito. È pur certo che un commento su Facebook non cancellerà la memoria alla storia…


Articolo a cura di: Mattia Vitale



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