Resi più umani dal virus
Aggiornamento: 15 dic 2020
La pandemia causata dal Coronavirus ha coinvolto anche il mondo del calcio, fermando quello che per molti è lo sport più bello al mondo per diversi mesi e facendolo ripartire in queste settimane tra mille punti interrogativi e polemiche legate a regolamento, burocrazia e partite vinte a tavolino.

Un argomento che è stato poco trattato, anche in maniera inconsciamente superficiale, è proprio quello legato ai calciatori. Icone del mondo legato alla sfera, spesso considerati da grandi e piccoli come veri e propri eroi, in un momento come quello attuale hanno perso la loro "magia", confermandosi più umani che mai. Una virus che non ha fatto i conti in tasca a nessuno, colpendo indistintamente chiunque. Ed è proprio in un momento del genere che la parte umana degli idoli calcistici è emersa fuori, raccontando diverse storie che sono arrivate al cuore di tutti.
La più nota, quella di Finn Kitson, 19enne rinvenuto senza vita nel proprio dormitorio universitario. Calciatore e studente del Cambridge Celts, Finn ha scelto di togliersi la vita per un disturbo legato all'ansia e depressione. I genitori non hanno alcun dubbio, la pandemia ha letteralmente fatto impazzire il figlio, portandolo al gesto estremo. Ansia e Depressione, due bestie nere legate al virus. Tra i noti effetti del Covid - 19, questi due sintomi non figurano ufficialmente ma sono strettamente legati alla triste realtà attuale. Studiosi, psicologi e psichiatri hanno confermato come l'insonnia, le incertezze per il futuro e l'ansia siano aumentati a dismisura nel corso degli ultimi mesi. Vincent Gouttebarge, capo divisone della Fifpro, sindacato mondiale calciatori professionisti, ha confermato il dato agghiacciante anche tra i calciatori.
Josip Ilicic, calciatore stella dell'Atalanta, è stato sotto i riflettori per diverse stagioni grazie alle sue splendide e brillanti prestazioni. Poi il buio. Ilicic è stato male. Un male che poco ha avuto a che fare con infortuni fisici o muscolari, ma molto più serio a livello mentale. Ilicic ha perso la voglia di vivere, di mangiare e di dormire. Il malessere del calciatore è da ricollegarsi a quanto vissuto a Bergamo, città che ha contato migliaia di morti per Coronavirus, la città simbolo della pandemia che ha mostrato a tutto il mondo una scena che rimarrà impressa nella mente di tutti, quella legata alla sfilata dei camion militari contenenti i corpi delle vittime. Josip Ilicic, oggi, è riuscito a combattere il suo malessere, da molti negato, ed è riuscito a tornare in campo.
Collaborazione - articolo a cura di @georginarieto