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Recuperiamo l’economia italiana

“L’economia italiana sta crescendo più in fretta che in qualunque altro momento dall’inizio di questo secolo”. Incoraggianti le parole di Ursula von der Leyen, presidentessa della Commissione europea, recitate lo scorso 19 dicembre nel corso della sua prolusione all’inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.



Nello scenario europeo, dunque, l’Italia è tra i Paesi che si trovano sulla buona strada per il raggiungimento di un notevole sviluppo economico. Il nostro Paese, infatti, grazie alla solidarietà europea e alle sue capacità di gestire efficacemente la pandemia, ha dimostrato di riuscire a fronteggiare prontamente e in maniera efficiente situazioni di estrema necessità e urgenza.


Negli ultimi tempi, l’economia europea, e in particolar modo quella Italiana, è stata messa in discussione soprattutto dai giovani che, troppo spesso, non riscontrano dal loro Paese ciò che rispecchia le loro ispirazioni. Ad oggi un giovane su quattro, in Italia, non studia né lavora e questo è un dato di fatto che desta sicuramente preoccupazione. L’UE sta cercando di soddisfare le esigenze dei giovani mettendoli nelle condizioni di potersi realizzare dal punto di vista professionale e non solo, attraverso il nuovo progetto di sviluppo economico. Sicuramente la pandemia Covid-19 non ha giovato a questo proposito. Le imprese sono alla ricerca di personale e negli ultimi anni non ci sono mai state così tante offerte di lavoro. Nonostante ciò, troppi giovani rimangono ancora disoccupati.


C’è bisogno di una economia funzionante e che corrisponda alle esigenze di molti, dei giovani in particolare, che costituiscono il futuro della nostra società. La presidente della Commissione Europea è propositiva sotto questo punto di vista. Ritiene che il PIL italiano riuscirà a ritornare ai livelli precrisi già entro la metà del prossimo anno. In che modo? Anzitutto, come sottolineato dal rapporto del CSC, sarà essenziale sciogliere i nodi che hanno impedito la crescita dell’economia italiana negli ultimi 20 anni e creare una crescita strutturale dopo la fase di recupero. Bisognerà puntare sul raggiungimento degli obiettivi e dei target fissati dal PNRR attraverso le riforme e le azioni programmate.


Un fattore positivo è stato il graduale allentamento delle misure restrittive adottate per contenere la diffusione del virus che ha portato ad una significativa crescita dell’economia nei primi mesi del 2021. Incisione particolare è stata rilevata sulla dinamica del PIL che nel 2021 dovrebbe registrare un aumento del 6,1%. Questo dato potrebbe riportare la nostra economia sopra i livelli precrisi già nella prima metà del 2022. Due fattori positivi aggiuntivi sono costituiti, da un lato, dai consumi, che stanno progressivamente subentrando all’export come traino della risalita, ponendosi al fianco degli investimenti, dall’altro lato, dai servizi, divenuti più dinamici rispetto all’industria, già ripartita tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Il PNRR, per risultare realmente efficace, dovrà essere affiancato da una efficiente allocazione delle risorse, rispettando tempi e modalità di attuazione degli investimenti e delle riforme.



Questo è l’obiettivo del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, il quale ha sottolineato l’importanza di una governance efficace e del rispetto dei tempi affiancati da rigorosi processi di monitoraggio, determinando dunque le nuove regole del Patto di Stabilità ed evitando di creare ulteriore difficoltà alle imprese.


Articolo a cura di: Marica Cuppari



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