Quattro chiacchiere con Orthobenessere: l’impegno per tutelare l’ambiente
Aggiornamento: 8 lug 2022
Orthobenessere è un’associazione no profit nuorese che si occupa di difendere l’ambiente, tutelare il territorio e promuovere la cultura locale. Ho chiacchierato per voi con il gentile Riccardo Costa, referente dei volontari, il quale mi ha racconto meglio le attività che svolgono come associazione.

Il nome Orthobenessere si riferisce chiaramente al monte di Nuoro, l’Ortobene. Ci racconti com’è nata l’associazione, con quali obiettivi e come mai si chiama così?
Orthobenessere inizia la sua attività nel 2006, ma nasce nel 2005. Prima del 2000 il Monte Ortobeneha avuto un periodo molto fertile in cui sono state costruite tante cose: la pista di pattinaggio, la piscina, ristoranti e bed and breakfast. Era molto frequentato dai nuoresi, tuttavia poco dopo è iniziata una decadenza drastica e le attività sono state chiuse. Gli atti vandalici, nel 2005 erano molto estesi: la statua del Redentore era macchiata con vernice e molte fontane erano distrutte, c’era spazzatura nel bosco e nelle cunette. Orthobenessere si chiama così perchè è la prima associazione nata con lo scopo di tutelare il monte.
Lo staff è composto da studenti universitari e professionisti laureati in diversi ambiti: la scelta di ricercare queste figure è voluta oppure del tutto casuale?
È voluta, esistono due staff: quello operativo, in cui può entrare chiunque e quello operativo esperti, di cui fanno parte persone competenti in determinati ambiti, per far sì che nel nostro sito ogni sezione venga curata da un professionista. Abbiamo diverse sezioni: geologia, beni archeologici e luoghi di culto, ma anche flora e fauna.
Che progetti avete portato avanti fino ad oggi?
Quello più importante è stata l’istituzione della Zona di Protezione Speciale. I progetti per il monte non erano consoni al nostro spirito e il nostro impegno per la tutela ha portato all’istituzione di questa zona nel 2010. Nello stesso anno è stata fatta l’Aligaday, probabilmente la pulizia più cospicua che sia stata mai fatta nell’Ortobene. Lo abbiamo pulito quasi completamente, raccogliendo tre camion di rifiuti e arrivando fino alla cima, con la partecipazione anche di tanti bambini. Col tempo gli esperti dell’Associazione hanno catalogato e descritto, sul nostro sito web, i beni archeologici, floristici, geologici e ambientali che vi si trovano.
Uno dei principali eventi organizzati dall’associazione è stata la piantagione di un pino intitolato a Grazia Deledda, in località ‘Su pinu’. Come mai avete deciso di dedicare questa pianta alla scrittrice?
‘Su pinu’ è la località dove la famiglia Deledda aveva una casa di campagna e in cui Grazia Deledda si rifugiava per scrivere e contemplare il paesaggio. Questo lo dice lei stessa in molte lettere che scrive a Luigi Falchi, giornalista sassarese. Lei descrive benissimo la località dedicandole la novella ‘Sotto il pino’ e parla di vigne e orti. Successivamente l’area è stata completamente abbandonata e tutti questi elementi sono stati distrutti dal tempo. L’unica cosa che è rimasta è stata il pino, fino al 2019.
Quali sono i prossimi eventi a cui vorreste partecipare o che vorreste organizzare?
Siamo aperti a qualsiasi evento culturale, purché affine al nostro statuto. L’ultimo a cui abbiamo partecipato è stata una rassegna di canti a tenore. La nostra associazione è ambientale ma anche culturale: ambiente e cultura vanno di pari passo e se tuteli il primo, devi tutelare anche le tradizioni che ne fanno parte. E poi nell’associazione abbiamo persone di spicco che inevitabilmente portano cultura al suo interno. Abbiamo intenzione di costruire un parco letterario dedicato a Grazia Deledda, in località ‘Su pinu’, dove nel 2020 abbiamo ripiantato il pino morto già dal 2014 e rimasto piantato lì fino al 2019. Qui, gli orti e le vigne descritte nelle novelle deleddiane non esistono più e la vasca d’acqua di cui si legge in diversi scritti era coperta di rovi. L’anno scorso l’abbiamo pulita e ora è ben visibile. Abbiamo ripristinato i muretti a secco e vogliamo dare al parco con le caratteristiche di cui la scrittrice parla: ci sarà una vigna didattica in cui ci piacerebbe organizzare visite guidate e degustazioni, ripristineremo il verde e gli orti. Ci piacerebbe anche ricostruire la casetta che lei descrive: rettangolare con due piccole stanze; sarà il polo museale del parco.
Quali sono le difficoltà che incontrate più spesso nella vostra attività di tutela ambientale?
Forse la divulgazione, alcune persone stentano a credere a ciò che vogliamo realizzare, forse perché hanno poca fiducia nelle istituzioni. Alcuni pensano che ambiente e cultura non creino economia, ma bisognerebbe fargli capire che non per forza la danneggiano.
Qual è secondo te l’approccio più giusto per stimolare i giovani a far parte di un’associazione come la vostra?
Dall’anno scorso si sono iscritti tanti giovani. Quando Orthobenessere è nata c’erano molti neolaureati, ma al giorno di oggi i giovani hanno poco tempo e quello che abbiamo fatto è stato un volontariato diverso, non impegnativo e aperto a tutti, in modo che se una persona non può partecipare all’attività organizzata, non abbia un obbligo o un orario prestabilito, ma possa parteciparvi in base ai suoi impegni.
Articolo a cura di: Mariangela Pirari