Perché è fallita l'idea del Movimento 5 Stelle?
Non chiamiamolo Partito, ma Movimento. Chi sa dire cosa cambia? Forse semplicemente la volontà di sentirsi diversi dai partiti radicati nelle aule parlamentari o forse per approfittare della sfiducia nella politica degli Italiani.

Il M5s nasce – permettetemi di dirlo – grazie al più popolare dei negazionisti italiani ossia Beppe Grillo ed all'imprenditore digitale Gianroberto Casaleggio. Grillo, già dagli anni 90, cavalcava l'onda di internet condividendo pensieri anti-establishment e registrando video in cui istigava il popolo del web contro i banchieri, accusati di imbrogli e ruberie in combutta con i loro amici politici. Grillo ha sfruttato molto la disinformazione dei più, sostenendo tesi cospirazioniste ed inducendo il popolo a ritenere che l'unica informazione giusta fosse quella via internet, mentre l'informazione televisiva fosse tutta influenzata e sottomessa ai c.d. "poteri forti".
Nel 2012 esordiva ufficialmente il M5s basato su una vera e propria teoria pseudo-filosofica, denominata Grillismo o cultura del "Vaffa". Le 5 stelle significherebbero Acqua, Ambiente, Sviluppo, Mobilità sostenibile e Connettività. Per i grillini, i politici pensano solo al loro “sedere”, le case farmaceutiche guadagnano grazie allo Stato che rende i vaccini obbligatori, la democrazia "di palazzo" non può funzionare e piano piano si dovrà arrivare ad una democrazia "in rete" (e-democracy).
Il M5s arriva in Parlamento nel 2013 con il 25,55% alla Camera ed il 23,79% al Senato. Di Battista, Di Maio, Buonafede, Toninelli sono i rappresentanti più rilevanti e simbolici. Basti pensare che Di Maio diviene vicepresidente della Camera a soli 25 anni nel 2013 al grido di "Onestà, onestà".
Obiettivo principale del Movimento: abbattere la "casta". L'operato grillino inizia imponendo l'obbligo ai propri parlamentari di riduzione “volontaria” dello stipendio da parlamentare, boicottando i vaccini per presunte, mai dimostrate, correlazioni tra vaccinazioni e autismo, scomunicando ed espellendo coloro (vedi Favia e Salsi) che contestavano la mancanza di democrazia all'interno del Movimento. Si manifestano, pure ufficialmente, tanti distinguo da parte di parlamentari grillini che lasciano il Movimento o ne vengono espulsi, come il sen. Paragone che fonda il nuovo movimento Italexit, e, più di recente, è emersa anche qualche minaccia di scissione interna.
In questi anni è, quindi, avvenuto di tutto con l’apice di successo raggiunto nelle politiche del 2018 in cui il Movimento ha ottenuto il 32% sia alla Camera che al Senato. Nasce così, di seguito, il primo governo Conte di coalizione con una forza politica come la Lega, per certi versi sempre antagonista ai grillini, ed insieme riescono ad andare avanti per poco più di un anno fino ai noti fatti del post-Papeete. Poi, il M5s forma un nuovo governo a maggioranza "larga" con PD, Leu e la nascente Italia Viva di Renzi (anche lui sempre avversato e attaccato anche personalmente dai grillini). Da allora ad oggi, molti i fuoriusciti ed i dimissionari e tantissimi gli obiettivi non raggiunti, tanti i voti persi e perfino le l’abbandono di Di Maio del ruolo di Capo politico del Movimento.
Tutto ciò preannuncia la crisi del Movimento che, stando a YouTrend, ora toccherebbe la percentuale di consensi del 15%, la crisi dei suoi "valori" – valori facili da ostentare, perché il Movimento non era “parte” delle logiche politiche…o forse mai esistiti. Pare ovvio che il fallimento del Movimento sia dovuto al suo ingresso nella maggioranza di governo, a dimostrazione del fatto che fare opposizione e raccogliere consensi sia molto più facile che governare. Criticare le istituzioni, i politici, i potentati lobbystici era sicuramente facile fin quando gli stessi esponenti del Movimento sono diventati tutto ciò che loro prima osteggiavano e detestavano.
Articolo a cura di: Andrea Battaglia