Paura dei pipistrelli? Ecco perché non dovresti
Spesso consideriamo i pipistrelli come mostriciattoli volanti che si appostano sui tetti delle case in attesa di potersi attaccare ai nostri capelli. Niente di più sbagliato! Forse sarete scettici se vi dico che non sono pericolosi per l’uomo, ma lasciate che vi spieghi il perché.

Questi mammiferi, gli unici in grado di volare, appartengono all’ordine dei chirotteri, termine dall’etimologia tutta greca: ‘cheir’ (mano) e ‘pteron’ (ali). Possono vivere fino ai 40 anni e si orientano tramite ultrasuoni che emettono con la bocca e il naso, i quali fungono da ecolocalizzatore. La loro capacità di svelarci la qualità degli habitat che colonizzano ne fa degli ottimi bioindicatori. Si contano 1100 specie diverse per abitudini alimentari e dimensioni, di cui gran parte a rischio estinzione. Si va dal chirottero ‘Pteropus vampyrus’ in Asia, Africa e Oceania, lungo fino a 34 centimetri, con un peso superiore al chilo e dotato di un’apertura alare di 1,7 metri, al Pipistrello Calabrone in Thailandia, lungo 3 centimetri, con un'apertura alare di 12 ed un peso di 3 grammi.
Alcune specie si cibano di pesci, altre di sangue, frutta, carne, nettare e insetti. I nettarivori e gli insettivori, in agricoltura come in economia, sono importantissimi. I primi impollinano molte specie floreali e ne disperdono i semi contribuendo alla loro propagazione. I secondi, che rappresentano il 70% di tutte le specie, possono mangiare una quantità di insetti equivalente al loro peso corporeo, apportando beneficio a coltivazioni spesso devastate da insetti dannosi, nonchè alla nostra salute e alle tasche degli agricoltori. Grazie a questi insetticidi naturali è possibile ridurre l’uso di fitofarmaci, che se utilizzati in dosi errate potrebbero lasciare dei residui nei prodotti vegetali e nel terreno.
I pipistrelli cacciano nelle vicinanze di boschi o in zone dove possono trovare riparo, vengono attirati nelle coltivazioni dalle bat box, casette di legno in cui possono riposarsi o vivere, non presenti però nelle coltivazioni intensive, che perciò non sono adatte ad ospitarli. Colonizzano ogni tipo di nicchia ecologica: grotte, rocce, alberi, habitat spesso distrutti da incendi o deforestazione, per questo sono costretti a spostarsi in zone antropiche e a entrare forzatamente in contatto con l’uomo. Le specie che vivono in città cacciano negli orti urbani, ma questi ambienti non sono per loro sicuri poiché possono essere minacciati da gatti, corvi e gabbiani e soffrono l’illuminazione artificiale. Le loro feci, il guano, sono ricche di elementi nutritivi per le piante e costituiscono un ottimo fertilizzante.
Nonostante rappresentino un quinto dei mammiferi terrestri, sono animali protetti: solo in Italia, ben 22 delle 34 specie esistenti rischiano l’estinzione. Numerose associazioni, leggi e norme a livello nazionale o regionale si impegnano per
sensibilizzare la popolazione e tutelarli. Nel 1991 è stato firmato a Londra il progetto internazionale Eurobats, o Bat Agreement, che ancora oggi viene portato avanti. E’ stato pensato per conservare i chirotteri europei, offrire loro rifugio e capire le minacce che potrebbero causarne l’estinzione. Sono animali notturni e particolari ma non bisogna temerli né tantomeno ucciderli: evitano più che possono l’uomo ed eventuali attacchi con tanto di morso sono dettati dalla paura nei nostri confronti. La collaborazione internazionale non sempre basta per proteggere un animale tanto delicato quanto essenziale come questo, pertanto è necessario imparare a tollerare la sua presenza e vedere in lui un prezioso alleato.
Articolo a cura di: Mariangela Pirari