PARLIAMO UN PO’ DI... SPREAD!
Non è raro, su gran parte delle fonti di informazione, sentire parlare di SPREAD; senza, però, essere effettivamente a conoscenza di cosa esso sia e cosa questo indice rappresenti. Vediamolo insieme!

Cos’è lo spread?
Il termine SPREAD, nel linguaggio economico, significa “differenza/divario” e , dallo stesso significato del termine, si può dedurre che questo indice va ad indicare la differenza tra il rendimento offerto da un titolo del debito pubblico dello Stato “X” ed il rendimento offerto da un titolo del debito pubblico dello Stato “Y”.
Spread Italia-Germania
Molto frequentemente, ed è indispensabile saperlo, quando sulle prime pagine dei giornali si legge “SPREAD” si fa riferimento allo “Spread Italia-Germania” ovvero alla differenza di rendimento tra i titoli del debito pubblico italiani – BTP, con durata decennale – e gli equivalenti titoli del debito pubblico tedeschi – BUND, con durata decennale.
Cosa ci dice lo spread?
Lo spread è un ottimo indicatore per capire lo stato di salute dell’economia di un determinato Paese. Bisogna sapere che:
più il rendimento offerto da un titolo di stato è BASSO…
meno il titolo è rischioso…
più lo Stato è solido (forte) e solvibile economicamente. Viceversa, lo Stato non si trova in un “ottimo stato di salute”.
In altre parole, per esempio, lo spread Italia-Germania, e quindi lo spread tra i BTP italiani ed i Bund tedeschi, indica quanto più è rischioso prestare i soldi all’Italia rispetto alla Germania. Il valore dello spread, non a caso, è uno tra gli “strumenti” utilizzati dagli investitori in obbligazioni statali per valutare la “bontà” dell’investimento obbligazionario stesso.
Come viene espresso lo spread?
Il valore dello spread lo si trova espresso maggiormente sotto forma di “punti base”. Più si modifica il valore dei punti base, più si modifica la differenza tra i diversi rendimenti offerti dai diversi titoli del debito pubblico degli Stati considerati – lo spread varia “istante per istante”.
COLLABORAZIONE - Articolo a cura di: Lorenzo Mattei di @economia.quotidiana