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Muzan Kibutsuji, il villain orientale ispirato al re del pop

Il 10 ottobre scorso è arrivata anche in Italia, ad oggi in corso di trasmissione, l’attesissima seconda stagione di Damon Slayer - Kimetsu no Yaiba. Questo shonen nasce come manga, scritto e disegnato dalla giovane autrice e fumettista giapponese Koyoharu Gotōge; pubblicato poi tra il 15 febbraio 2016 e 18 maggio 2020 sulla rivista Weekly Shōnen Jump, appartenente alla casa editrice Shūeisha. Chi ha visto l’anime si sarà sicuramente accorto della notevole somiglianza tra l’egocentrico villain Muzan Kibutsuji, nonché supremo ed indistruttibile demone, e il re del pop Michael Jackson. Innanzitutto per l’iconico vestiario apparso prima in Smooth Criminal (nel 1988) ed in seguito divenuto marchio e simbolo della star, che prese ad indossare gli stessi abiti e il famoso cappello bianchi anche durante i concerti e le varie performance. Ma è anche il viso dei due a non venire da meno: capelli mossi e di media lunghezza riportati dietro alla nuca con qualche ricciolo ricadente sul viso, fisico snello ed un incarnato visibilmente pallido. Proprio nella puntata 8 della prima stagione difatti, Muzan si imbatte in poveri malcapitati che a prima vista lo definiscono un morto che cammina, Muzan dunque offeso li costringerà con le spalle al muro e solo dopo aver dato prova della sua forza chiederà: “Il mio colorito ti sembra brutto?”. Una sottile citazione che fa riflettere anche in merito alla situazione di Jackson, in lotta con la sua malattia e le troppe supposizioni e domande della gente che tanto guarda e poco vede.



Il nome completo di Muzan in giapponese suona come “Onimai Tsuji Mumugozan”, ovvero demone senza pietà, difatti il padre di tutti i demoni altro non è che un mostro muta forma di mille e passa anni, trasformato in demone da un medico, nel tentativo di salvarlo da una brutta malattia. Inoltre, a causa di una maledizione, tutti i demoni da lui creati gli saranno legati per sempre. Solo in due casi essi possono liberarsi dal sortilegio: la prima possibilità è che il demone in questione riveli la vera identità di Muzan, in questo caso morirebbe, ma sarebbe libero da costrizioni e comandi, nel secondo caso invece la liberazione avrebbe luogo solo qualora fosse lo stesso Muzan a morire. Presentatoci nell’episodio sette dell’anime e nel secondo capitolo del manga in veste di uomo, poco più tardi Muzan comparirà sotto forme diverse, per poter sfuggire agli ammazzademoni e dunque salvarsi. In particolare assistiamo alla sua metamorfosi in donna, in seguito in un bambino ed infine in un mostro alto quanto tre edifici di media dimensione.


Nonostante le grandi assonanze tra il villain e Jackson, l’autrice non si è mai espressa a riguardo, ma molti sono gli indizi che fanno pensare ad una scelta pensata. L’autrice, nata proprio nel 1988 crebbe negli anni in cui la figura di Jackson prendeva sempre più piede tra i grandi artisti degli anni ’80 e ’90. Dichiarò inoltre di aver preso spunto dall’opera “Le bizzarre avventure di Jojo” di Hirohiko Araki,in cui spesso e volentieri si faceva uso di citazioni e riferimenti a musica e artisti occidentali, americani. Il 25 giugno 2009 la notizia della morte di Jackson fa il giro del mondo, di fatto è a partire dal 2016 che il manga viene pubblicato, che sia un tributo? Inoltre non è la prima volta che un personaggio con tali caratteristiche viene pubblicato dall’artista, già nel 2013 in “Kagarigari” (fumetto one shot nonché base per Demon Slayer) incontriamo “Tokikawa”, la versione più orientale di Muzan, che mantiene le stesse caratteristiche fisiche ad eccezione degli occhi allungati.


Articolo a cura di: Matilda Balboni




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