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Mens sana in corpore sano

“Mens sana in corpore sano” (“mente sana in un corpo sano) scriveva il poeta e retore romano Giovenale in una delle sue Satire con l’intento di criticare quegli uomini che inseguono solo fama e ricchezze, quando, invece, l’unica preghiera degna di essere rivolta alle divinità è quella di avere una mente sana in un corpo sano.



Ci vantiamo tanto della nostra discendenza dagli antichi Romani, della nostra storia millenaria che fa invidia al mondo, eppure spesso ci dimentichiamo che non ci hanno lasciato solo opere stupende e monumentali, pagine e pagine di libri di storia, ma anche molti insegnamenti di vita. In un mondo come il nostro, tanto diverso quanto simile a quello criticato da Giovenale, in cui ogni giorno è una lotta a chi arriva prima; dove l’obiettivo è - e non potrebbe essere altrimenti - il raggiungimento del successo, fare carriera, o almeno conquistarsi una condizione economica abbastanza privilegiata da poter vivere senza preoccupazioni e che comporta, inevitabilmente, il lavoro continuo ed estenuante, ecco che non c’è più tempo per pensare ad avere una “mens sana”.


Anche quando si parla di benessere la tendenza è quella di dare più rilievo a quello fisico piuttosto che a quello mentale. Si consigliano e auspicano uno stile di vita sano, un’alimentazione corretta e bilanciata, ma per una mente sana non è – necessariamente – sufficiente. Sono tanti e piccoli i gesti che, quotidianamente, possiamo riservare al nostro corpo e alla nostra mente affinché la condizione di benessere sia, veramente, a 360 gradi. Eppure anche qui, proprio in funzione di molte dinamiche sociali, la situazione è controversa.


Ho già parlato di Valentina Leporati, la Pasticcera – con la P maiuscola – del Gluten Free (@valentinaglutenfree), e avevo accennato alla sua attività di divulgazione su Instagram di un benessere tanto fisico quanto mentale. È stata proprio lei nelle sue stories a farmi riflettere su questo argomento. Valentina raccontava del suo disagio a concedersi, ancora oggi, a trentatré anni, con un lavoro e un’indipendenza, un’ora per sé dall’estetista. Così scrive nelle sue stories:


Ho dovuto combattere con i sensi di colpa per il tempo che mi sono presa, per i soldi che ho speso, per la testa libera per un’ora intera, per l’idea sbagliata di frivolezza che questi gesti a volte hanno. Ho capito che non avevo capito niente e che il miglior investimento in assoluto è quello su noi stessi.”



Ed ha terribilmente, e tristamente ragione. Nel frenetico vortice della vita che, protesa verso il successo e il lavoro, ci risucchia ogni forza vitale, abbiamo perso il senso della lentezza, del riposo. Ci dimentichiamo di quanto, per stare veramente bene, sia importante che, per prima, a stare bene sia la nostra testa. Come se questo non sia già di per sé sufficiente, abbiamo anche totalmente svilito l’importanza di certi gesti, cure e attenzioni come spreco di tempo e soldi. Paradossalmente, ci impegniamo tanto nel raggiungere il benessere del nostro corpo che, spesso e per alcuni, richiede impegno, tempo e fatica, dimenticandoci totalmente del nostro benessere mentale che è raggiungibile semplicemente attraverso quotidiani gesti d’amore. Sempre Valentina, infatti, scrive:


Che sia un velo di smalto, che sia un trattamento, che sia un allenamento, che sia un corso, che sia una camminata, che sia un percorso di terapia, che sia una crema, che sia un libro, che sia un mazzo di fiori, che sia quello che volete: ogni piccolo gesto dedicato a voi è la cosa migliore che potreste fare.”


Ecco, se vogliamo continuare a vantarci dei grandi pensatori latini, il cui sangue scorre ancora nelle nostre vene, facciamolo sempre, non soltanto quando si parla di guerre, vittorie, opere architettoniche e letterarie. Ricordiamoci anche che, probabilmente, Giovenale nel 2021 dall’estetista ci andrebbe senza remore, così come andrebbe a farsi una passeggiata, a comprarsi un libro o a concedersi tutto ciò che gli assicurerebbe una “mens sana in corpore sano”.


Articolo a cura di: Sofia Serranti



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