“Memorie di una ragazza perbene”: voce di una ribellione
Simone sfoglia un album di fotografie. Racconta se stessa a partire dall’infanzia, risale al primordiale ricordo. È, prima, una bambina consapevole di chi vuole diventare e, dopo, una ragazza colta e sensibile.
Ha le idee chiare, è consapevole di voler andare controcorrente. Lo studio, la scrittura, la letteratura. È tutto ciò di cui ha bisogno.
Diviso in quattro parti, come quattro lunghi diari, le Memorie di una ragazza perbene (Einaudi) raccontano la vita di Simone de Beauvoir, dalla fanciullezza all’incontro con Sartre.

“«Da questo momento vi prendo in mano io» mi disse Sartre quando mi ebbe annunciato ch’ero stata ammessa agli orali.”
La scrittrice scava nel suo passato, con una freudiana meticolosità volta ad analizzare il percorso di vita interiore, mettendosi a nudo.
Intorno alla sua storia, si snodano i legami familiari, il rapporto con i genitori, con la sorella, con le amicizie e i primi amori. Le trasgressioni, il piacere dell’alcol, la bellezza della natura. E la lettura…
“Mi eran già passati per le mani una quantità di libri, ma questi non appartenevano alla specie comune; mi aspettavo rivelazioni straordinarie. Quasi mi stupii, quando li apersi, di leggervi senza difficoltà parole familiari.
Ma non mi delusero: fui sconcertata, sconvolta, rapita.”
Prima dei caffè a Les Deux Magots, prima della rive gauche, prima de Il secondo sesso e de La nausea. Dopo, l’inevitabile destino di una donna destinata all’immortalità.
Un’autobiografia romanzata dedicata a chi, da anni, osserva la propria ombra crescere come la radice di un’esistenza che nasconde l’indefinito significato della vita. Il desiderio di Simone de Beauvuoir non è mai stato quello di diffondere una chiamata alle armi, ma di fare breccia in quello spiraglio dell’anima che è il desiderio di ribellione. Consigliato a chi sa ascoltare la voce dell’istinto e non si lascia mai travolgere dall’insoddisfazione.
Articolo a cura di: Serena Votano