Majella Geopark: new entry tutta italiana entra a far parte del patrimonio dell’umanità
È lo scorso 22 aprile, durante la Giornata Mondiale della Terra, che il presidente del Parco Nazionale della Majella Lucio Zazzarra annuncia che quest’area protetta diventerà patrimonio dell’umanità. Una bella novità che, nonostante la situazione pandemica, ha donato speranza di poter avviare nuove attività di turismo sostenibile. Inaugurato nel 1995, è l’undicesimo sito Unesco italiano: i suoi 74000 ettari di verde a cavallo tra le province di Chieti, L’Aquila e Pescara circondano 39 comuni dell’Appennino abruzzese. È un parco di montagna ubicato tra il massiccio della Majella, le montagne del Morrone, i Monti Pizi e gli altipiani maggiori abruzzesi, ma si affaccia sul mare in alcune zone, come nel porto di Pescara.
Le trattative per il riconoscimento a geoparco sono cominciate nel 2016, quando l’Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo e l’Ente Parco hanno presentato candidatura e portato avanti un ambizioso progetto di valorizzazione territoriale con passione e dedizione.

Il Majella Geopark è un insieme di 95 geositi di cui 22 riconosciuti a livello internazionale e intraprenderà collaborazioni di sviluppo sostenibile, nonché attività di ricerca, insieme ad altri enti. Qui la biodiversità di flora e fauna è stata scrupolosamente conservata. Un esempio valido a tal proposito può essere quello del lupo, simbolo della Majella e figurante nel logo del parco, che in queste montagne non è mai scomparso e da qui si è diffuso in altre zone dell’appennino, senza rendere necessaria l’eradicazione dei capi ovini che da millenni pascolano nei monti e che le autorità hanno trovato il modo di far convivere coi carnivori.
Il parco è sede da anni di un attento biomonitoraggio ambientale, finalizzato a controllare la salute dell’ambiente grazie alla ricerca su organismi viventi detti “bersaglio” perché se esposti con frequenza ad agenti inquinanti accumulano sostanze tossiche. Di fondamentale importanza per la biodiversità è l’attenzione verso le specie faunistiche che popolano l’area, in cui è attivo un servizio veterinario che sorveglia gli animali selvatici, conduce indagini siero epidemiologiche, analizza i rischi dell’interazione tra questi e l’uomo, soccorre animali feriti e gestisce quelli tenuti in cattività a scopo scientifico o didattico.
Sono state allestite cinque aree faunistiche diverse per preservare dall’estinzione camosci, cervi, lontre, orsi e lupi.
Dal 2005 è attiva la Majella Seed Bank, ovvero la banca dei semi o del germoplasma, per conservare semi di piante spontanee o coltivate suscettibili di estinzione. Dopo la raccolta e varie prove di germinabilità e vitalità, i semi sono stati conservati seguendo protocolli specifici. Le specie censite sono 2100: 335 protette e 6 endemiche.
Il geoparco sarà punto di riferimento per iniziative didattiche che coinvolgano alunni e chiunque si voglia godere una giornata all’aria aperta facendo un’escursione in uno dei tanti magici sentieri presenti. L’essere vicini a una zona così importante, sarà opportunità di guadagno per le zone locali le piccole aziende, ma in un’ottica più ampia servirà anche per mettere in luce l’Italia intera, che ha un enorme patrimonio naturalistico e storico, agli occhi del mondo.
Articolo a cura di: Mariangela Pirari