Le “mie cose” costano. E non hanno ancora l’iva al 4%
“Ѐ un primo passo”: questa opinione sembra accomunare tutti gli interventi dell’evento “Stop Tampon Tax” in chiusura della campagna “Close the gap. Riduciamo le differenze” promossa da Coop, Associazione Onde Rosa, Change.org e Tocca a Noi.

Come afferma in apertura la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, è un tassello di «giustizia, civiltà: una scelta democratica.»
La connessione e il coraggio fra le protagoniste (donne, ma non solo) le hanno portate a raccogliere il testimone e a continuare battaglie per la parità di genere.
Parità che ancora fatica ad arrivare, però.
Quello che è stato festeggiato, anche con flashmob e balli, venerdì 5 novembre in Senato, nella Sala Capitolare di Piazza della Minerva, è soltanto un primo piccolo traguardo: secondo la legge di bilancio 2022 l’iva dei prodotti igienici come assorbenti e tamponi passerà al 10%.
Non ancora abbastanza, come sostengono le rappresentanti delle associazioni Onde Rosa e Tocca a Noi, rispettivamente presenti all’evento nelle persone di Martina Gammella e Laura Sparavigna.
L’associazione Onde Rosa è stata la prima a farsi promotrice di questa richiesta: dal 1972 l’iva sui prodotti igienici femminili (e non solo, anche su pannolini e pannoloni) è al 22%: le motivazioni che portano a tassare un prodotto di prima necessità come se fosse un bene di lusso ci sono sconosciute.
Così sceglie di avviare una petizione online, con la piattaforma Change.org: ha superato le 650000 firme di donne, uomini, persone.
Nessuna di noi sceglie di avere il ciclo mestruale. Nessuno di noi sceglie di avere il ciclo mestruale: pensare che questa condizione riguardi soltanto le donne è sbagliato. Nel sesso biologico femminile, potrebbero celarsi identità di genere non binarie o persone che stanno compiendo o hanno compiuto un percorso di transizione FTM (cioè female to male).
Alle firme digitali della petizione online si uniscono anche quelle raccolte da volontari e soci nei più di 260 punti vendita Coop in 221 comuni italiani: sono più di 79000.
La catena di supermercati si è mostrata subito collaborativa verso Onde Rosa: così è nata la campagna “Close the gap. Riduciamo le differenze”.
Oltre a far diventare argomento di discussione la tampon tax, grazie a Coop si è concretamente abbassato l’iva degli assorbenti venduti nei punti vendita al 4%: è successo nella settimana della giornata internazionale della donna, 8 marzo, e in quella di chiusura della campagna, l’ultima di ottobre.
L’incremento nelle vendite è stato notevole, segnale che mostra anche a chi non vive quotidianamente (o, meglio, mensilmente) il problema, il disagio che il ciclo mestruale causa anche nel portafoglio.
Soltanto in un ultimo periodo si unita alla lotta l’associazione Tocca a Noi che, nonostante ciò, ha già portato risultati importanti grazie proprio alla portavoce Sparavigna. Firenze, infatti, diventa il primo capoluogo italiano ad abolire la tampon tax nelle farmacie comunali. Per aiutare comuni e regioni a raggiungere l’obiettivo, l’associazione ha organizzato un Tampon Tax Tour (finanziato prima con crowdfunding e poi proprio grazie a Coop) con incontri di sensibilizzazione e consigli per agire in maniera pragmatica sul territorio in tutta Italia.
Dal 2016, quando in Italia gli unici a parlare del tema erano Beatrice Brignone e Giuseppe Civati, depositari del primo decreto legge sull’abolizione della tampon tax, i tempi sono sicuramente cambiati. La speranza di oggi è che non ci si fermi più.
Articolo a cura di: Beatrice Tominic