Le costellazioni familiari di Bert Hellinger
Bert Hellinger (16 dicembre 1925 - 19 settembre 2019) è stato uno dei più famosi psicoterapeuti sistemici della scena, diventato famoso per l’elaborazione della teoria delle costellazioni familiari. Per anni si è cimentato nella terapia delle dinamiche di gruppo, nel ruolo di psicanalista, per poi emergere con la sua Terapia Sistemica della Famiglia.

In breve, la psicoterapia sistemica si basa sullo scardinare le dinamiche nascoste o implicite che legano un individuo alla sua famiglia. Queste dinamiche, una volta rese esplicite, rendono più facile il rapporto con gli altri membri, e sono rappresentate dalle costellazioni familiari; queste provano che ogni famiglia, stirpe o discendenza possiede un campo cosciente con cui entrare in contatto: da ciò si ricavano informazioni vitali su ciò che disturba o favorisce l’equilibrio nelle relazioni intime di ciascuno. Ogni persona deve essere considerata come parte di un sistema familiare e molti comportamenti vanno analizzati secondo quest’ottica.
Secondo Hellinger, quindi, la vita di ciascuno di noi è caratterizzata e condizionata da sentimenti e/o avvenimenti che non sono puramente personali o tantomeno casuali (come malattie gravi o forti presenze di pensieri intrusivi), ma sono frutto di “nodi” presenti nel sistema-famiglia. Partendo dal 1980, per decenni ha studiato la famiglia come intreccio di persone, constatando che molti membri inconsciamente assumano modelli distruttivi (ansia, depressione, rabbia, alcolismo e solitudine per citarne alcuni) per implicito senso di appartenenza al nucleo familiare.
Tra i principali elementi costituenti le rappresentazioni, abbiamo diversi costrutti che trattano ambiti diversi ma intrecciati: ordini dell’amore, legge dell’appartenenza, legge dell’ordine sacro, legge dell’equilibrio e dell’esclusione, l’irretimento, l’ordine gerarchico, l’amore cieco e il movimento interrotto.
Quindi, in ultima analisi, come funzionano le costellazioni familiari? Queste lavorano per rompere gli schemi distruttivi citati sopra, affinché ogni membro possa vivere una vita più felice e sana. Le sessioni si svolgono con persone sconosciute che assumono – durante il processo – il ruolo dei familiari creandone un modello vivente. È stato dimostrato che gli attori, in un dato momento della seduta, percepiscano sentimenti ed emozioni simili ai membri reali pur non conoscendoli. Grazie a questo, si portano le dinamiche rotte alla luce, permettendo al paziente di iniziare un percorso di guarigione.
Articolo a cura di: Victoria Pevere