La notte del miracolo sul ghiaccio
È stato definito "il miracolo sul ghiaccio", una vera e propria impresa sportiva rimasta impressa per sempre nei libri di storia.
Stiamo parlando di una delle partite di hockey su ghiaccio più incredibili di tutti i tempi.
22 febbraio 1980, olimpiadi invernali di Lake Placid, stato di New York. In una delle partite decisive per la medaglia d'oro si affrontano il paese ospitante, gli Stati Uniti, e l'Unione Sovietica, reduce da quattro titoli olimpici consecutivi e per questo motivo altamente favorita per la vittoria finale.
La squadra statunitense era composta perlopiù da giocatori di livello amatoriale, solo quattro componenti del team, giocando nelle minors del paese, avevano una minima esperienza di gare importanti. Il gruppo aveva il record di squadra nazionale americana più giovane di sempre con una media di 21 anni d'età.
I sovietici, capitanati da Boris Mikhailov, potevano contare su giocatori di talento e di grande esperienza come Vladislav Tretiak, all'epoca considerato il portiere più forte al mondo.

La partita fu incredibilmente combattuta, l'URSS si portò in vantaggio due volte nel primo periodo, e una nel secondo ma gli stati uniti risposero colpo su colpo pareggiando l'incontro. A dieci minuti dalla fine Mike Eruzione, il capitano degli statunitensi, segnò la rete del 4 a 3 che decretò la vittoria finale del team USA. Negli ultimi secondi di gioco il pubblico cominciò il conto alla rovescia a cui si unì anche il telecronista, Al Michaels, che pronunciò la frase divenuta famosa: "Mancano cinque secondi. Credete nei miracoli? SÌ!".
La vittoria contro i sovietici non regalò agli USA la medaglia d'oro ma fu assolutamente decisiva per il titolo. Nel 1980, infatti, il round per decretare il vincitore delle medaglie consisteva in un girone all'italiana, ovvero un sistema che prevede lo svolgimento di scontri diretti tra tutti i partecipanti in tutti gli abbinamenti possibili.
Gli Stati Uniti guadagnarono il titolo olimpico nel match contro la Finlandia, anche qui con un finale al cardiopalma: trovandosi sotto di un punto alla fine del secondo periodo riuscirono a vincere l'incontro per 4 a 2. Secondo quanto riportato da Mike Eruzione fu decisivo il discorso del coach che concluse con: "Se non vincete questa partita ve lo porterete nella tomba."
Due giorni dopo la disfatta contro gli Stati Uniti, l’URSS ottenne la medaglia d’argento battendo la Svezia per 9 a 2. I sovietici furono così sconvolti dalla sconfitta che non consegnarono le medaglie d'argento per farsi incidere i loro nomi, come era consuetudine. Il risultato sbalordì l’intera Unione Sovietica.
Per la premiazione era norma che solamente il capitano salisse sul podio mentre il resto della squadra si allineava sul ghiaccio di fronte a lui. Eruzione però fece salire tutti i suoi compagni sul podio e festeggiarono cantando l'inno nazionale.
Il giorno dopo il presidente Jimmy Carter chiamò personalmente la squadra per porgere le proprie congratulazioni mostrandoli al mondo come esempio di sportività.
Sports Illustrated, la celeberrima rivista di sport, riportò in copertina una foto del team con la bandiera senza nessun titolo o caption, perché secondo loro non ce n'era bisogno, tutti in America sapevano cosa fosse successo nella notte del miracolo sul ghiaccio.
La squadra ottenne il premio di sportivi dell'anno e la straordinaria vittoria sulla squadra sovietica fu votata, sempre da Sports Illustrated, come uno dei grandi momenti sportivi del ventesimo secolo.
Articolo a cura di: Francesco Rodorigo