La musica leggerissima di cui avevamo bisogno
Sono ormai trascorsi due mesi dall’inizio della grande kermesse che ha tenuto molti italiani attaccati alla tv per cinque serate, che ha sollevato un numero spropositato di polemiche, ma diciamocelo, che ci ha fatto respirare una ventata, seppur apparente, di normalità dopo un anno davvero troppo lungo.
Le polemiche legate a Sanremo non sono nuove. Già Pasolini in un articolo pubblicato dal Tempo Illustrato e intitolato “Sanremo: povere idiozie”, scriveva: «È cominciato ed è finito il Festival di Sanremo. Le città erano deserte; tutti gli italiani erano raccolti intorno ai loro televisori. Il Festival di Sanremo e le sue canzonette sono qualcosa che deturpa irrimediabilmente una società. [...]»

Oltre alle polemiche, il minimo comun denominatore tra il periodo in cui Pasolini scriveva queste parole e oggi, è che Sanremo riesce a catturare l’interesse di tutti, più giovani e meno giovani, di appassionati di musica, di moda, di spettacolo, di televisione. Sanremo è tutto questo messo insieme in un unico schermo per cinque serate, una miscellanea i cui elementi, pur diversi fra loro, riescono sempre ad incastrarsi e combaciare. Sanremo è Sanremo e neppure una pandemia è riuscito a fermarlo.
A distanza di due mesi, è il momento di fare dei bilanci, di decretare i veri vincitori del Festival, perché si sa, non sono mai giuria demoscopica, orchestra, sala stampa o televoto ad eleggere la canzone vincitrice.
Abbiamo assistito al trionfo dei Maneskin che subito dopo la vittoria hanno dichiarato di aver fatto la rivoluzione, e in effetti il rock e un gruppo di quattro ragazzi poco più che ventenni ha dominato il palco dell’Ariston riuscendo a strappare la vittoria persino ad una canzone molto più “sanremabile” e data tra le favorite come quella di Ermal Meta.
Ma chi sono stati i veri vincitori? Quelli che hanno celebrato davvero il Trionfo? E perché proprio Colapesce e Dimartino?
Canzone orecchiabile sin dal primo ascolto, nessun virtuosismo di troppo durante l’esibizione alla Aiello, abiti sobri da Teatro dell’Ariston, carina anche l’idea della pattinatrice che condivideva il palco con loro (idea vincente, pare frutto di una notte insonne di Colapesce).
Un successo, il loro, (primi tra i cantanti di Sanremo 2021 a conquistare un disco di platino) che è passato attraverso le radio ma soprattutto attraverso i social. Nell’ultimo mese, infatti, chiunque abbia aperto Instagram, Facebook o Twitter molto probabilmente potrebbe aver trovato la propria bacheca invasa da meme, video e commenti di chi ha davvero colto alla lettera il messaggio della canzone.
Galeotto fu l’incontro a Mazara Del Vallo dove i due cantanti, dopo essersi esibiti sul palco (avevano infatti già una carriera da solisti alle spalle), come raccontano al Fatto Quotidiano, si erano ritrovati a suonare insieme nella casbah, da qui sarebbe nata una stima reciproca e dopo qualche tempo il leggerissimo duo che abbiamo visto sul palco dell’Ariston.
“I Mortali”, il loro primo album uscito il 5 giugno 2020 e anticipato da alcuni singoli come “Rosa e Olindo”, “Adolescenza Nera”, “Luna Araba” e “L’ultimo giorno”, è stato poi seguito da “I mortali²” fuori su tutte le piattaforme digitali a partire dal 19 marzo 2021.
DiMartino in merito all’idea di scrivere la canzone che li ha fatti conoscere al grande pubblico dice che la loro intenzione non era quella di scrivere una “musica pesante”, né “leggera” ma di cercare un’altra via, da qui Musica Leggerissima, una musica che parlasse all’inconscio.
Bravi loro e bravo Ama che li ha scelti per partecipare a questa nuova, anzi nuovissima edizione del Festival di Sanremo, un festival sicuramente molto giovane che ci ha restituito una parvenza di normalità.
E quindi adesso, anche a distanza di due mesi, metti un po’ di musica leggera anzi leggerissima, nel silenzio assordante per non cadere dentro al buco nero che sta ad un passo da noi!
Articolo a cura di: Mariapia Crupi