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La musica boicotta Spotify dopo le dichiarazioni di Joe Rogan

Molti artisti della scena musica internazionale stanno abbandonando il gigante della musica in streaming in segno di protesta contro il podcaster Joe Rogan, reo di aver fatto dichiarazioni fuorvianti sull’efficacia dei vaccini contro il Covid-19.



Nelle ultime settimane si è registrato un progressivo abbandono di Spotify da parte di musicisti di fama internazionale. È iniziato tutto da Neil Young, il famoso cantautore canadese, autore di brani celebri quali “Rockin’ in the Free World” e “Heart of Gold”, che a fine gennaio ha richiesto di rimuovere le sue canzoni dalla piattaforma svedese per esprimere il proprio dissenso nei confronti Joe Rogan, conduttore e autore del celebre podcast “Joe Rogan Experience” che ad oggi vanta milioni di ascolti ogni giorno.


Neil Young ha preso questa decisione a seguito delle dichiarazioni del podcaster sui vaccini contro il Covid-19. In una lettera pubblicata sul suo sito web, Young ha scritto: “Possono avere Rogan o Young. Non entrambi”. Il giorno dopo, Young ha annunciato che la sua musica sarebbe stata rimossa dalla piattaforma.


Anche Joni Michell, icona del rock anni 70, ha abbracciato la causa intrapresa da Neil Young, accusando Joe Rogan di aver incitato numerosi esponenti no-vax e scoraggiato la vaccinazione, nonché promosso trattamenti non autorizzati contro il Covid. Gli artisti in parola lamentano, inoltre, che il conduttore aveva detto di essersi curato dal Covid con l’ivermectina, un farmaco del tutto inutile per la cura della malattia.


La cantante e podcaster India Arie ha deciso di lasciare Spotify a causa del “linguaggio sul tema razziale” di Rogan, come ha scritto su Instagram, segnalando che il problema va oltre la disinformazione su Covid. In una controversa intervista, Rogan, ha detto che è “molto strano” che qualcuno si chiami nero a meno che non provenga dal “posto più oscuro” dell’Africa.


È evidente che la scelta di Young ha dato il via ad una ribellione contro il colosso dello streaming ponendo al centro del dibattito la libertà di pensiero contro la libertà di fare corretta di informazione. Tuttavia, gli stessi artisti ricordano che su questioni vitali come la salute, l’opinione è subordinata all’informazione e che esprimere un proprio pensiero in dissenso con la corretta informazione vuol dire influenzare milioni di persone verso scelte che possono rivelarsi fatali. Al momento Spotify non ha preso alcun provvedimento contro Rogan, anzi sembra indifferente alla scelta di Young e compagnia, considerato che la piattaforma non ha trasmesso nessun comunicato ufficiale sulla campagna no-vax intrapresa dal podcaster più seguito al mondo.


FONTI: FortuneIta.com; StartMag.it; tecnologialibera.it; NewYorkTimes.


Articolo a cura di: Giuseppe Mafrica




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