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La Festa dell’Europa

Oggi è il compleanno dell’Unione Europea: tra alti e bassi, critiche aspre – spesso anche faziose, a volte addirittura anche prive di fondamento – e difesa fideistica a oltranza, raramente il confronto tra europeisti ed euroscettici è stato davvero produttivo e costruttivo. Chiaramente, nel millennio degli slogan e del tifo più sfegatato, i programmi diventano vere chimere e i dati vengono imparati a memoria, come una cantilena, e riportati peraltro in modo errato da chi vorrebbe avvicinarsi ad una parvenza di oggettività.



Non voglio soffermarmi sul futuro dell’Unione Europea, non essendo un profeta né potendo lontanamente azzardare previsioni senza basi serie. Però, sono abbastanza convinto che, al di là delle prese di posizione sterili, in un mondo fortemente globalizzato, soltanto l’Unione tra gli stati europei possa fronteggiare utilmente le sfide del futuro; con quale forma non è possibile saperlo, anche se di Stati Uniti d’Europa si parlava già alla vigilia della nascita delle prime forme di cooperazione tra gli stati europei.

Tuttavia, condizione necessaria per disegnare il futuro è conoscere il passato.



9 maggio 1950 e l'idea di Schuman

Il 9 maggio di ogni anno si celebra la festa dell'Europa: questa data, infatti, ricorda il giorno (di 72 anni fa) in cui vi fu la presentazione, da parte dell'allora Ministro degli Esteri francese Robert Schuman, del piano di cooperazione economica, ideato da Jean Monnet ed esposto nella "Dichiarazione Schuman". Il primo passo del processo d'integrazione europea e la fine dei conflitti nel cuore del nostro continente.


Il progetto di Schuman consisteva nella creazione di un'istituzione che avrebbe messo in comune e gestito la produzione del carbone e dell'acciaio: per questo, un trattato diede vita ad una istituzione analoga l’anno dopo.


La dichiarazione

Di seguito, alcuni punti importantissimi, molti ancora attuali, della dichiarazione.

La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. […] L'Europa non potrà farsi un una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania. A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l'azione su un punto limitato ma decisivo. Il governo francese propone di mettere l'insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei. La fusione della produzione di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime. La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà sì che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. […] Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace.”


Curiosità

Lo sapevi che il 9 maggio è stato anche il giorno che ha segnato, di fatto, la fine della Seconda guerra mondiale? È il giorno successivo alla firma della capitolazione nazista in mano sovietica, quando furono catturati Göring e Quisling.


Articolo a cura di: Elenio Bolognese


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