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La conoscete la barzelletta del Budget cap?

C’era una volta il budget cap, una regola ferrea creata ad hoc per permettere alle scuderie minori di poter essere competitive, abbattendo gli eccessivi squilibri economici in termini di capitale da poter investire. Poi, un giorno, arrivò la Red Bull



La violazione del budget cap da parte di Aston Martin e Red Bull è stata accertata, ma le possibili sanzioni che saranno propinate alle due scuderie fanno ancora discutere. Sono molti i volti noti della Formula 1 ad essersi esposti richiedendo punizioni esemplari, con la FIA finita sotto accusa ancor prima di una decisione.

Ad esser stato fortemente criticato è principalmente l’atteggiamento morbido della FIA nei confronti della scuderia austriaca. Le voci trapelate dal paddock facevano pensare a delle possibili Material Overspend Breaches (infrazioni gravi), superiori al 5% della somma fissata, ma un comunicato ha smentito questa voce, attestando alcune Minor Overspend Breaches (infrazioni lievi, inferiori al 5%).


L’apologia della Red Bull puntava su un’incomprensione delle voci da inserire a bilancio. Incomprensioni o meno, la spesa in eccesso attestata dalla FIA si aggira intorno ai 4 milioni di euro, una cifra che, secondo le accuse mosse perlopiù da Mercedes e Ferrari, è più che sufficiente per garantire un enorme vantaggio. Quest’infrazione rischia di scatenare un effetto a catena: le scuderie maggiori potrebbero decidere di infrangere volontariamente il budget cap nelle prossime stagioni se la sanzione comminata dovesse essere minima. Ricordiamo che le infrazioni lievi, da regolamento, comporterebbero una delle seguenti sanzioni:


• Una penalità economica;

• Una reprimenda;

• Riduzione dei punti nel campionato costruttori e/o in quello piloti per la stagione in cui è stato violato il Budget Cap;

• Sospensione da una o più sessioni di uno o più GP (eccetto la gara);

• Limitazioni nei test (di qualunque tipo);

• Riduzione del Budget Cap per una o più stagioni.


La FIA ha proposto un patteggiamento alla Red Bull, che secondo alcune indiscrezioni, comporterebbe: una multa e/o riduzione del budget cap per il 2023 e una riduzione del 25% del monte ore da spendere per le simulazioni e galleria del vento. Tali ammende non sottrarrebbero a Max Verstappen il titolo iridato, facendo tirare un sospiro di sollievo ai suoi sostenitori e a coloro che sostengono che il pilota non meritasse un eventuale ritiro del titolo. In effetti, è difficile pensare che un pilota possa essere penalizzato così tanto per una responsabilitàattribuibile alla scuderia; d’altra parte è anche complicato valutare l’impatto che possa aver avuto sulle prestazioni della vettura lo sforamento del tetto massimo. È una materia spinosa in cui preferiamo non addentrarci. Sta di fatto che la vicenda ha fatto intuire agli appassionati di motorsport una triste verità: gli interessi fanno sempre più da padrone. E questo, permettetemi di dire, toglie entusiasmo alla passione per i motori.


Articolo a cura di: Mattia Vitale

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