L'importanza della lettura ad alta voce durante il processo educativo e i nuroni specchio
“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.”
Gianni Rodari

A chi non è mai capitato di sentirsi dire “Mi leggi una storia?”
Prima o poi arriva il momento nel quale il bambino sente il bisogno di sfamarsi di storie, di fiabe, favole e racconti. Il primo approccio al mondo del libro avviene per mano di un adulto, tra i due si crea un legame indissolubile, infatti uno dei fini della lettura come pratica da instradare fin dalla tenera età, è proprio la relazione.
La lettura, e quindi a sua volta l’ascolto, favorisce nel bambino la comprensione di sé stesso e del mondo, la creatività, la curiosità, la memoria, la crescita emotiva, lo sviluppo cognitivo e del linguaggio.
Al bambino basta poco per star bene, non ha bisogno di grandi cose, attraverso la lettura si sente tranquillo, protetto, rassicurato, amato e affronterà il futuro con una marcia in più. Inoltre le storie che ascolta da piccolo le ricorderà per tutta la vita.
Cosa si attiva nella mente di un bambino quando è alle prese con un libro?
Le neuroscienze e la psicologia cognitiva introducono la scoperta dei neuroni specchio, successivamente nasce un campo di analisi e di ricerca su un tipo di cellule cerebrali, i neuroni della lettura, che agiscono nello sviluppo del bambino fin dai primi anni di vita.
Il nostro cervello non nasce con la capacità di leggere, non è programmato per la lettura, ma si adatta ad essa.
Quindi cosa avviene nel bambino a livello cerebrale?
Il docente di psicologia cognitiva sperimentale al Collège de France, Stanislas Dehaene, afferma che nel momento in cui il bambino inizia la pratica della scrittura e della lettura, a partire dai 6 anni, adatta i neuroni che in precedenza usava per riconoscere i volti e gli oggetti, per decifrare i diversi caratteri usati per scrivere. Questa scoperta ci permette di considerare il cervello come un organo plastico, continuamente in costruzione.
Pertanto sarebbe opportuno che mamme, papà, nonne, nonni e zii, instaurassero con il proprio bambino, il primo rapporto con l’affascinante mondo della lettura, fin dai primi mesi di vita, con l’obiettivo di avere futuri cittadini consapevoli perché una città che ha una rete di lettori avrà sicuramente anche una maggiore crescita culturale, sociale ed economica.
COLLABORAZIONE - Articolo a cura di: Maria Grazia Volpi dell'Associazione Il Colibrì Subiaco (Rm)