L’effetto placebo: una cura miracolosa?
L’effetto placebo è un famoso fenomeno psicologico conosciuto sia da psicologi e medici che dai non addetti ai lavori. Viene rappresentato nel mondo del cinema, della letteratura ed esiste persino un gruppo musicale indie-rock che ne porta il nome. Quando si pensa al placebo, si immagina una sostanza inerte spacciata per un potente farmaco che poi magicamente funziona davvero. Ma questo non è l’unico caso in cui si può verificare tale effetto: alcuni studi hanno dimostrato che esistono anche operazioni chirurgiche placebo.

L’effetto placebo si verifica quando una persona sviluppa aspettative positive per un trattamento a cui verrà sottoposta o a una sostanza che dovrà assumere, indipendentemente dalla reale efficacia. La semplice aspettativa di miglioramento della propria condizione gioca un ruolo fondamentale ed è alla base dell’effetto placebo.
La parola “placebo” nasce tra Settecento e Ottocento per indicare trattamenti finti con effetti terapeutici. Il termine deriva dal latino e significa “piacerò”, perché a quei tempi molti medici somministravano finti trattamenti per far piacere ai pazienti sofferenti e dar loro sollievo. Oggi l’effetto placebo viene utilizzato in due situazioni principali: quando l’eccessiva somministrazione di un farmaco è dannosa per il paziente e nei trial clinici per studiare un nuovo medicinale. In questo secondo caso, vengono presi due gruppi di soggetti e si valuta la risposta alla sostanza somministrata: a un gruppo verrà dato il nuovo farmaco, all’altro una sostanza inerte spacciata per lo stesso medicinale. Se i due gruppi mostrano lo stesso miglioramento, allora il nuovo farmaco non è più terapeutico di acqua e zucchero.
L’effetto placebo è particolarmente potente. Vi porto un esempio impressionante, che riguarda pazienti affetti dal morbo di Parkinson.
Il morbo di Parkinson comporta tremori e difficoltà motorie, provocate dalla mancanza di dopamina in specifiche aree del cervello. All’inizio degli anni Duemila, alcuni ricercatori hanno sostenuto l’ipotesi secondo cui era possibile attenuare i sintomi del morbo impiantando delle cellule embrionali che producessero dopamina nel cervello. Per studiare l’efficacia di questa terapia invasiva, è stato messo a punto il seguente studio. Un gruppo di pazienti con morbo di Parkinson è stato diviso in due gruppi omogenei e a ciascun soggetto è stata descritta l’operazione al cervello a cui sarebbe stato sottoposto. Successivamente, a un gruppo è stata effettuata davvero l’operazione con cellule embrionali, mentre l’altro gruppo ha ricevuto un’operazione placebo: è stato aperto loro il cranio (in totale anestesia), ma non sono state inserite le cellule che avrebbero sintetizzato la dopamina.
I risultati dello studio sono sorprendenti.
I soggetti che credevano di aver ricevuto le cellule mostrarono una regressione dei sintomi, anche quando erano stati sottoposti all’operazione finta.
L’effetto placebo è quindi un fenomeno psicologico davvero potente, ma non può e non deve sostituire farmaci o trattamenti che potrebbero davvero salvare la vita del paziente. Il placebo non può nemmeno bloccare lo sviluppo di tumori o di malattie degenerative. L’effetto placebo deve essere inteso come un mezzo per migliorare la vita delle persone, non come uno strumento miracoloso per curare tutte le malattie. Alla base del fenomeno, non dimentichiamolo, si trovano le aspettative positive di miglioramento: è proprio vera la frase “basta crederci”.
Articolo a cura di: Isabella Rancan