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Ius scholae e legalizzazione della Cannabis spaventano la destra italiana

Ci sono altre priorità”. Quante volte avete sentito questa frase? È uno specchio riflesso: non gradisco l'argomento, quindi penso che ce ne siano di più importanti. Anzi, faccio finta che ne esistano di più importanti.




Basta pensare, anche solo velocemente, alle priorità di qualche forza politica in parlamento, come il "libero biliardino in libero Stato" secondo la recente affermazione di Matteo Salvini.

Ebbene, per quanto stia banalizzando il discorso, sembra paradossale ma è così: il biliardino è più importante di una seria riforma della cittadinanza o di un disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis.

Queste due proposte di legge hanno una cosa in comune: fanno paura a Lega e Fratelli d'Italia. Spaventano così tanto che, pur di affossarle, pur di evitare una discussione, è stato presentato un numero considerevole di emendamenti: 1500 dalla Lega per lo ius scholae (ad esempio, per farvi capire il tenore di qualche emendamento: uno subordina la concessione della cittadinanza – che, attenzione, non è mai un “automatismo” – all'esame sulle sagre locali...chissà perché proprio le sagre!), mentre per la legalizzazione della cannabis soltanto 89. Di contro, Forza Italia risulta spaccata.


Nel frattempo, il Presidente del Consiglio Draghi evita di esprimersi: queste sarebbero solo iniziative parlamentari che non impegnano in alcun modo il governo; è evidente che voglia evitare a tutti i costi ulteriori fibrillazioni nella maggioranza. Peccato che gli animi si siano già scaldati abbastanza, visto il recente scambio di battute tra il segretario del PD Enrico Letta e il leader della Lega Matteo Salvini.




Che poi occuparsi di una riforma della cittadinanza o della legalizzazione della cannabis non rappresenti un ostacolo allo studio serio e concreto di risposte su lavoro, stipendi, costo della vita, è abbastanza chiaro. Però, come sempre siamo all’aut aut: se ti occupi di un problema, automaticamente ti è impossibile concentrarti su un altro. Al contempo, vedremo se (quel che resta de)i 5 stelle e a sinistra saranno in grado di non dividersi anche su questo tema. Già altre volte, su questioni riguardanti i diritti, non è finita bene…



Nel frattempo, alcuni giornalisti come Andrea Scanzi e Fabio Salamida hanno criticato le posizioni delle forze politiche in questione con alcuni post su Facebook. Inoltre, anche il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Matteo Zuppi, ha preso le parti dello ius scholae, sostenendo che “la riforma della cittadinanza va incontro alla realtà di un Paese che sta cambiando. Spero che le ragioni e la realtà prevalgano rispetto ai dibattiti ideologici.”

In ogni caso, è stallo per entrambe le proposte che hanno subito uno slittamento: il calendario di Montecitorio prevede l'esame dal 12 luglio.


Analizziamo brevemente i disegni di legge. La proposta di legge dello ius scholae – diverso dallo ius soli, che ricollega la cittadinanza al luogo di nascita, e dallo ius sanguinis, che si riferisce alla cittadinanza dei genitori – prevede che chiunque, nato in Italia da genitori stranieri o giunto nel nostro paese prima del compimento dei 12 anni di età, possa richiedere la cittadinanza italiana, purché abbia risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro paese e abbia completato un ciclo scolastico di almeno cinque anni. La richiesta può essere effettuata anche da uno solo dei due genitori, purché residente in Italia.


Per quanto concerne la cannabis, invece, il testo prevede la legalizzazione della coltivazione e detenzione, da parte di maggiorenni e per uso personale, di massimo quattro piante femmine di cannabis “idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto”.


In definitiva, se è pacifico che, in relazione ad entrambi gli argomenti, possano esserci molteplici opinioni – tutte comprensibili – non è accettabile che si continui ad ostacolare una discussione seria proprio in Parlamento. Ma, ahimè, non sarebbe né la prima, né l’ultima volta.


Articolo a cura di: Elenio Bolognese

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