Impotenza appresa e musica: “La Tua Futura Ex Moglie” di Willie Peyote cambia finale
…E ho visto Dio sotto mentite spoglie
Ma come sai potrebbe andare ovunque
Hai scelto in lei la tua futura ex moglie
Così perfetta se ne andrà comunque
Se ne andrà comunque
“La Tua Futura Ex Moglie” (2019) è il primo singolo dell’album Iodegradabile pubblicato dal rapper italiano Willie Peyote. Anche se il tema pecca di originalità (è una canzone d’amore), il modo in cui viene affrontato non è banale e anzi ritrae bene la confusione e l’incertezza delle giovani storie d’amore di oggi.

Se ne andrà comunque.
È una frase che nel brano ritorna spesso, come fosse un pensiero sempre presente e pronto a ricordare questa dolorosa possibilità. Anzi, quasi una certezza. Sembra che non si possa fare nulla per evitare il peggio, se non rimanere ad aspettare passivamente l’inevitabile. Quante volte nella nostra vita abbiamo pensato che qualcosa a cui tenevamo sarebbe andato certamente male? Perché non avere la certezza del contrario? La risposta a queste domande si trova nel fenomeno dell’impotenza appresa (learned helplessness).
L’impotenza appresa è una passiva accettazione di una situazione spiacevole, perché si pensa che non se ne può avere il controllo. Questo non vuol dire che è possibile intervenire su qualunque evento traumatico, perché effettivamente certe situazioni non dipendono da noi. L’impotenza appresa è, per l’appunto, il risultato di un apprendimento: se in passato abbiamo vissuto una o più esperienze traumatiche senza averne il controllo, impariamo che sarà così anche in futuro, ovvero qualsiasi cosa facciamo per far fronte a un trauma non servirà a nulla. Quindi, ad esempio, pensare di aver conosciuto la propria futura ex moglie cela esperienze passate di abbandono o delusioni che hanno lasciato il segno.
L’impotenza appresa è un fenomeno diffuso persino in altre specie animali non umane, come i cani. Negli anni ’70 lo psicologo americano M. Seligman ha condotto uno studio con dei cani: oggi un esperimento del genere non verrebbe autorizzato, dato che provoca sofferenza agli animali coinvolti.
Lo studio ha coinvolto due gruppi di cani. Il primo gruppo veniva messo in una stanza divisa in due da una barriera superabile: metà stanza aveva un pavimento elettrificato e l’altra metà no. Con il tempo gli animali imparavano a saltare dall’altra parte della stanza per evitare la scossa. Il secondo gruppo di cani, prima di essere messo nella stessa stanza, riceva ripetutamente delle scosse a cui non poteva sottrarsi in alcun modo. Quando poi i cani entravano nella stanza in cui era possibile evitare la spiacevole scossa saltando dall’altra parte della barriera, si limitavano a subirla senza cercare sollievo. Avevano cioè imparato che non potevano avere nessun controllo sull’evento traumatico, anche se ne avevano effettivamente la possibilità.
Ma allora è possibile uscire dal circolo di sfiducia e rassegnazione dell’impotenza appresa? Seligman mostra che c’è una possibilità. L’unico modo trovato dal ricercatore per “guarire” l’impotenza appresa dei suoi cani consisteva nello spostarli di peso dalla parte di stanza elettrificata a quella neutra. Dopo numerose volte, anche quel gruppo di cani imparava ad evitare la scossa in autonomia. L’essere umano non è da meno: molto di ciò che sente quotidianamente è frutto dell’apprendimento dalle esperienze che ha avuto, positive o negative che esse siano. L’impotenza provata in passato non deve essere una sentenza definitiva e questo articolo ha l’obiettivo di far conoscere il meccanismo dell’impotenza appresa proprio per sapere come difendersi.
E allora anche la canzone di Willie Peyote assume un significato nuovo: “sì, c'è la fine già nel titolo, ma a sto giro c'è effettivamente la paura di perdere qualcosa più che la rassegnazione. È l'inizio di tutto un nuovo percorso.”
Articolo a cura di: Isabella Rancan