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Il teatro resiste! Dai balconi sui balconi

Per la realizzazione del seguente articolo è stata fondamentale la lunga intervista, o per meglio dire chiacchierata, con Fabrizio Stasia, colonna portante del SCT Centre, estremamente sensibile alle esigenze dei territori in cui opera; parla del proprio lavoro non col senso del dovere ma col sentimento dell’amore.



Mala tempora currunt per gli operatori e gli amatori del settore dello spettacolo. Dalla storica data del 9 marzo 2020 in cui in diretta nazionale il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha comunicato l’imminente firma di un provvedimento che non vedeva più l’Italia divisa in zone, ma la unificava come unica area protetta – annunciando di fatto il lockdown – l’intero mondo dello spettacolo è stato messo in pausa per un tempo indeterminato, senza reali pronostici futuri per la ripresa delle attività. L’esperienza artistica è tuttavia connaturata nelle nostre vite come forma di espressione fondamentale per l’uomo, componente indispensabile per la realizzazione di un completo benessere mentale e sociale. In questo quadro la performance, che non può in alcun modo essere soppressa, si è semplicemente spostata dalle sale ai balconi.


Indimenticabili ed emblematici sono gli striscioni con l’arcobaleno, i canti a squarciagola e l’inno nazionale che riecheggiava unanimemente alle 18 dai nostri condomini. Intanto il blocco totale procedeva lentamente mentre la data di riapertura veniva continuamente prorogata e tutti noi sentivamo crescere la voglia di socialità, di tornare in strada, l’esigenza di relazione. Quando agli inizi di maggio tutto ciò è stato in parte possibile, si continuava comunque a sentire la mancanza di qualcosa: alla ritrovata (seppur profondamente cambiata) socialità si affiancava la perdurante assenza dell’esperienza artistica ed è proprio da questo sentito vuoto che nasce un’idea innovativa: la performance si evolve ancora una volta e dalla realizzazione sui balconi si passa alla fruizione dai balconi. L’idea nasce in risposta al bando ‘Di Nuovo Insieme’ emesso dalla Fondazione CRC con l’intento di attivare delle iniziative dedicate specialmente ai giovani i quali hanno sofferto maggiormente questo periodo di reclusione. La Fondazione ha previsto così di poter finanziare, con un budget complessivo di 500.000 euro, la riattivazione graduale di esperienze culturali, motorie, sociali ed educative. Il Social and Community Theatre Centre dell’UNITO, da sempre attento ai progetti di innovazione culturale e di impatto sociale, vince il bando per l’area di Cuneo realizzando, in partnership con la Compagnia Melarancio uno spettacolo girovago per balconi e cortili. L’esperienza teatrale diventa dunque fruibile comodamente dal proprio balcone, evitando il rischio di creare assembramenti, ma ritrovando nuovamente il piacere dello stare insieme. Lo spettacolo itinerante dal titolo La Compagnia degli Spinocchiati è subito un successo. Il tipo di target al quale si rivolge è quello dei bambini privati del gioco all’aria aperta, degli adolescenti ai quali è stata negata la socialità, senza dimenticare gli adulti ormai abituati a confondere casa e ufficio, potendo così nuovamente associare l’ambiente domestico a un luogo di svago, e infine gli anziani che da narratori di fiabe tornano ad esserne fruitori. La fiaba, dunque, unisce davvero tutti e partendo dalla famosa storia di Pinocchio Alessandra Rossi Ghiglione, autrice e regista dello spettacolo, porta in scena le vicende di Mangiafuoco, della Fata Turchina, del canagliesco duo del Gatto e la Volpe i quali, rimasti senza Pinocchio dopo che quest’ultimo si è trasformato in un bambino vero, formano una compagnia teatrale e animano le città in cui si esibiscono con uno spettacolo scalcagnato e comico, irriverente e divertente che ruota intorno ai ricordi che Pinocchio gli ha lasciato. L’esperienza del bello passa inoltre anche dai costumi agli oggetti di scena fino alla splendida scenografia: una grande giostra carillon che gira su se stessa al suono della musica dal vivo. Il progetto è, dunque, riuscito a far convivere con reciproco vantaggio gli esiti artistici e quelli sociali. Molte sono state infatti le persone che al termine dello spettacolo si sono fermate a chiacchierare con gli attori e a grande richiesta sono state proposte diverse repliche dell’evento.


Dopo la breve parentesi estiva di riapertura delle sale teatrali e cinematografiche dal 24 ottobre 2020 abbiamo compiuto un passo indietro, tornando nuovamente alla chiusura a tempo indeterminato. “Mala tempora currunt, sed peliora parantur?” Non per forza! Aspettando la riapertura delle sale l’esperienza del SCT Centre potrebbe essere un ottimo modello da seguire per far rivivere l’emozione dello spettacolo dal vivo. Dunque è proprio vero: se Maometto non va alla montagna la montagna va da Maometto.


Articolo a cura di: Sabrina Russo



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