Il Pnrr: 86 miliardi per rilanciare il Sud Italia
Ogni giorno si scrive e si legge tanto in merito al Pnrr: se ne parla nei talk la sera fino a tardi per poi riprenderlo qualche ora dopo, nei quotidiani mattutini e nei telegiornali di tutt’Italia. Neppure il conflitto in Ucraina ha messo a tacere il desiderio di confrontarsi (e scontrarsi) sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che promuove l’ambiziosa agenda di riforme amministrative, giuridiche ed economiche per il Paese.

A un anno ormai dal varo del programma definitivo, c’è chi ne tesse le lodi e chi ne appura le criticità; di base, vige la consapevolezza che questo strumento è straordinariamente necessario per far ripartire, riammodernare e digitalizzare l’intero Paese.
Il piano prevede interventi mirati necessari per conseguire gli obiettivi previsti dal Recovery Fund attuato da Bruxelles, alcuni dei quali riguardano il rilancio del sud Italia. Nelle ultime settimane si è parlato di quanto il programma nazionale ponesse l’accento sul Sud e sul Mediterraneo, definendoli delle priorità politiche e come la partita sul rilancio del Mezzogiorno si basi soprattutto sul corretto utilizzo dei fondi stessi. Il premier Mario Draghi, a tal proposito, ha chiarito che "serve prima di tutto la collaborazione tra investimenti pubblici e privati. Serve rafforzare la capacità amministrativa, a partire dalla giustizia, formare le competenze necessarie. E serve puntare sui talenti troppo spesso lasciati ai margini, a partire dai giovani e dalle donne". Insomma, una sfida dura e al tempo stesso estremamente importante da affrontare che incarna "lo spirito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che destina almeno il 40% dei fondi al Sud, finanziamenti che si sommano a quelli del Fondo per lo sviluppo e la coesione".
Quel 40% menzionato dal Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi (più precisamente 40,8% delle risorse totali) equivale a 86 miliardi destinati alle regioni del sud Italia. La sfida vera e propria assume i connotati di un cambiamento fondato sui principi di comunicabilità, innovazione e sostenibilità; finora siamo stati lontani dal promuovere concretamente le realtà meridionali, con il Pnrr speriamo in un futuro sempre più presente.
cui sono stati, ad oggi, molto lontani dall’essere promotori di realtà meridionali, ma che si spera, lo possano essere per un futuro che ha sapore di presente.
Articolo a cura di: Luigi Chianese