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Il grasso che brucia calorie

Avete mai provato a contare quanti fast food esistono nella vostra città? Quanti sono invece i ristoranti che propongono un menù sano ad un prezzo economico? Il dislivello tra le due tipologie di locali descritti è abissale ed oggi, la nostra società, vive inconsapevolmente una pericolosissima situazione sanitaria relativa all’obesità. Secondo i dati della sorveglianza “Passi” gestita dall’Istituto Superiore della Sanità, in Italia nel triennio analizzato (2016-2019) il 10.8% dei cittadini adulti è obeso (leggi qui ).


L’obesità è una vera e propria malattia e le diete non sempre sono la soluzione. Perchè?


L’appetito è regolato da molti ormoni che circolano in tutto il corpo e mandano segnali all’ipotalamo che controlla e gestisce il rapporto fame/sazietà. Nel momento in cui sottoponiamo il nostro corpo ad una dieta drastica, il dislivello ormonale che andremo a generare persisterà anche a distanza di tempo facendoci entrare in un loop di perdita/aumento di peso difficile da gestire anche a livello psicologico. In parole povere, nel momento in cui priviamo il nostro corpo della quantità di cibo a cui è abituato, la reazione ormonale porterà ad un aumento di attività dei centri della fame che riporteranno lentamente il peso al livello iniziale. Per le persone affette da obesità la difficoltà molto spesso non è perdere peso, ma mantenere il peso forma a lungo e questo non ha nulla a che fare con la loro forza di volontà. Per questo, molto spesso, lontani dal modello proposto dalla società, le persone obese si ritrovano sole nel combattere contro il loro stesso corpo.


Si deve affermare che il comportamento delle persone, relativo all’alimentazione, è sicuramente influenzato dal luogo nel quale vivono. Se i fattori culturali e tradizionali hanno una grande importanza sotto questo punto di vista, un problema meno palese è relativo alla cattiva organizzazione dei centri urbani dove sono poco presenti parchi e aree verdi e l’incidenza del numero di fast food per abitanti è notevole. Anche la tecnologia sta avendo un impatto negativo sulla salute fisica del nostro corpo: il rapporto quasi morboso con videogames o apparecchi tecnologici ci rende più pigri e meno inclini all’attività fisica o alla socializzazione.


E’ inutile nasconderci, nemmeno la nostra sana e rinomata “dieta mediterranea” ci salva.


Il punto chiave della grande diffusione delle catene di fast food nel mondo è basato in primis sull’accessibilità del prodotto: l’apertura prolungata, il basso costo, le offerte “imperdibili” attirano principalmente giovani e bambini. Non di minore rilevanza è la pubblicità strategicamente pensata.


D’altra parte, l’alternativa “sana” ha una reperibilità inferiore e un costo molto superiore che non incentiva la scelta.


La chiave per eradicare il problema è una ristrutturazione della forma mentis e un’educazione infantile mirata. Se infatti in Europa siamo abbastanza “in forma” per quanto riguarda la percentuale di obesità nella popolazione adulta, l’Italia è seconda (insieme alla Spagna) per obesità infantile (fascia d’età 7-8 anni). Agire sulle giovani generazioni è importantissimo! E’ stato dimostrato infatti che solo circa il 5% dei bambini normopeso, in età adulta sviluppa una propensione all’obesità.


Fortunatamente, anche sotto questo punto di vista, la ricerca scientifica sta compiendo passi da gigante nel cercare soluzioni innovative ed efficaci, si pensa che una di queste potrebbe venire direttamente dal nostro corpo!



Una recente ricerca svolta in Australia mette al centro del suo progetto uno dei due tipi di grasso presente nel nostro copro: il grasso bruno.


Questo particolare tipo di grasso, utile alla termoregolazione, è principalmente presente negli animali che vanno in letargo o nei neonati dove ha appunto la funzione di bruciare grasso per generare calore. Viene attivato nel nostro corpo a basse temperature e a differenza del grasso bianco che trattiene energia, quello bruno è caratterizzato da moltissimi mitocondri ricchi di ferro legato ai citocromi (da qui la tipica colorazione) che sono vere e proprie centrali energetiche che bruciano calorie quando vengono attivati, tutto questo, senza alcuna attività fisica!


Lo scopo ultimo di questa ricerca è quindi di trovare una sostanza che riesca ad attivare le aree di grasso bruno nel nostro corpo (senza abbassare troppo la temeratura), che è solo l’1% del grasso nell’uomo adulto, per fargli bruciare autonomamente le calorie in eccesso!


Per saperne di più su questa curiosa ricerca vi invito a guardare il primo episodio della serie “Chiedilo al medico” disponibile su Netflix, da dove questo articolo trae ispirazione, in cui tre giovani esperti analizzano sotto diversi punti di vista il serio problema dell’obesità.


Siamo ancora lontani da una soluzione globalmente efficace, e le precauzioni prese nei confronti di questa patologia sono ancora troppo poche. Tuttavia un progetto educativo inclusivo e interdisciplinare può aiutare i più piccoli ad evitare i rischi che questa condizione comporta.


Le informazioni presenti in questo articolo non sostituiscono le istruzioni e i consigli del proprio medico. Per ulteriori informazioni o chiarimenti rivolgiti al tuo medico di famiglia o ad uno specialista.


Articolo a cura di: Marco Terrana



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