Il Confronto Quotidiano incontra: Maddy Ansaloni degli Atop the Hill
Sono giovani, belli ma soprattutto sono grintosi. E pieni di talento, aggiungerei. Il nuovo orgoglio della scena musicale bolzanina, una ventata di spensieratezza e novità per spazzare via quel nuvolone grigio, mix di pandemia e monotonia musicale. Ho avuto l’enorme piacere di rubare Maddy, bassista del gruppo, per una chiacchierata in cui mi racconta di come sono nati, cosa rappresentano e soprattutto…di come è stato suonare davanti a 90.000 persone in occasione del concerto di Vasco Rossi a Trento il 20 maggio scorso! In esclusiva per voi, cari lettori di ICQ!

Maddy, raccontami, come sono nati gli Atop the hill? Chi siete? Cosa fate? Volentieri! Allora il gruppo nasce abbastanza presto, tra il 2013 ed il 2014 quando ancora io in realtà non suonavo. La formazione originale era Daniel Ruocco, Filippo Zanforlin e Luca Pallader con poi altri musicisti che sono cambiati nel corso degli anni. Iniziano, come spesso accade, scrivendo testi originali in inglese con un sound con influenze indie-rock anni 2000. Tipo Arctic Monkeys e Strokes, hai presente?
Assolutamente sì!
Ottimo. Dicevo, pubblicano un disco interamente in inglese ma il vero boom arriva quando pubblicano un pezzo scritto in italiano, grazie al quale cambiano un po’ sia il genere che la band stessa! Il bassista ha dovuto mollare per l’università e anche il chitarrista (sostituito da tastiere) ha dovuto lasciare e quindi facciamo il nostro ingresso io e Antonio Del Giudice. Era il 2018 e ricordo che ci hanno presi perché avevano una data importante ad un incontro di musicisti indipendenti a Faenza. Abbiamo fatto altre date con loro e hanno deciso di tenerci! Peccato che nel 2019 Filippo (Zanforlin, batterista) sia dovuto andare via per motivi di studio.
Un sacco di cambiamenti di formazioni come le grandi band degli anni 80! Quindi la formazione attuale è..?
Hahaha esatto! Allora la formazione ufficiale è Daniel Ruocco, me, Antonio Del Giudice, Luca Pallader e Mattia Mochen *CONTROLLARE NOMI SU IG*
Siamo cronologicamente nel 2019 ora, anno che come sappiamo, precede il funesto 2020. Come avete reagito a tutta la situazione causata dalla pandemia?
Nel 2019, consolidata la formazione, abbiamo iniziato a comporre molto e sempre praticamente in italiano: il panorama indie italiano si stava allargando e in generale la musica italiana si stava svecchiando un po’. Abbiamo deciso di cavalcare quest’onda diciamo e ci siamo spostati verso il pop (mantenendo sempre le influenze indie, funk però!) con delle ritmiche anni 80. Insomma, è un po’ difficile da etichettare come genere!
Io so che prima dell’avvento del Covid19, avete fatto anche dei concorsi, sbaglio?
Sì è vero! Abbiamo vinto Arezzo Wave regionale e siamo andati alla finale ad Arezzo, che purtroppo abbiamo perso. Però l’esperienza ci ha fatto legare davvero molto e ci ha fatto capire che potevamo iniziare a lavorare seriamente, di “farcela” diciamo! Poi è arrivato il Covid che ci ha stroncato non tanto nella voglia quanto nella logistica. Ci abbiamo messo due anni a registrare il singolo, un altro anno per farlo uscire perché non si potevano girare video o banalmente suonare live per farlo ascoltare alla gente.
Immagino che ci fosse anche un aspetto economico da tenere a mente.
Esatto: noi con i soldi che guadagniamo ai live, paghiamo studio, strumenti etc. Questo è un po’ un problema generale a dire il vero, dei locali che non pagano i musicisti per le serate oppure che non li pagano adeguatamente. Se a serata prendiamo 200 Euro ma per registrare ne servono 400, andiamo a perderci in sostanza. In più, i piccoli bar con il Covid hanno chiuso, quindi anche trovare posti dove suonare non è stato semplice. Comunque, anche se un po’ demotivati, noi abbiamo continuato a provare per fortuna! Perché finalmente quest’anno la macchina si è rimessa pian piano in moto! Tanti concerti in giro, alcuni ci pagano, altri no, ma noi cerchiamo di prendere tutto quello che viene insomma.
Io sono felice che stia ripartendo il settore della musica e del teatro in generale! Ma passiamo ora alla parte più emozionante: Vasco. Avete fatto una cosa incredibile ragazzi, raccontaci come siete arrivati a solcare proprio QUEL palco!
In realtà noi siamo persone molto umili e con i piedi per terra, abbiamo semplicemente deciso di iscriverci al concorso e provarci! E’ Daniel che generalmente ci iscrive ai concorsi. Per noi suonare in questi contesti è sempre un’occasione importante, specialmente quando ci sono giudici che appartengono al mondo della musica; poi noi la prendiamo con filosofia: se vinciamo, fighissimo. Se perdiamo, abbiamo avuto comunque l’opportunità di esibirci!
Direi che questo è indubbiamente lo spirito giusto!
Esatto! Per riprendere il discorso, il discorso Vasco è iniziato in maniera molto tranquilla con una selezione online a cui si erano iscritti in circa 190. Ci hanno selezionato tra i primi 60 (già qui eravamo increduli) in semifinale che era la prima data dal vivo. Abbiamo suonato al Pub America a Fondo e abbiamo avuto l’occasione di parlare con altri artisti che è sempre bello ecco. Poi quando siamo passati in finale abbiamo iniziato a gasarci davvero! La finale era a Villazzano (TN) in un teatro, con altri 16 gruppi. Abbiamo avuto un po’ di problemi tecnici sul palco e non dico che fossimo presi male, ma un pochino scoraggiati forse sì. Ma quando abbiamo scoperto di aver vinto, beh, abbiamo decisamente cambiato mindset Hahaha! Il bello alla fine non è stato solo suonare al concerto, ma anche tutto quello che è stato il percorso per arrivarci. Anche il semplice prendersi cura della band.
Interessante come aspetto, cosa intendi?
Beh per me la band è come una relazione no? Ogni tanto devi riaccendere il fuoco e il concerto è stato proprio questo: una spinta. Ad esempio stiamo registrando più demo del solito per poter far uscire il disco! Sono orgogliosa di come abbiamo reagito come gruppo ad una notizia, un evento, di questa portata. Anche perché nessun altro nella storia riuscirà mai a fare i numeri di Vasco, poco ma sicuro.
Hai ragione, assolutamente. Ma una volta scoperto che avreste aperto per Vasco come vi siete preparati? Dacci alcuni insight interessanti Maddy!
Ci siamo visti il giorno dopo, per fare una serata di festeggiamenti tutti insieme. Poi, aneddoto divertente, siamo dovuti andare io ed il chitarrista in giro per negozi a cercare un outfit che potessimo indossare tutti e che ci rappresentasse insomma, noi e l’identità della band. Siamo andati in comune (a Bolzano) perché l’assessore Gennaccaro e il sindaco hanno voluto incontrarci e alcune TV locali ci hanno intervistato.
Un’atmosfera elettrizzante mi sembra di capire.
Molto, erano tutti gasatissimi davvero. Anche perché siamo stati l’unica band bolzanina selezionata. Capisci che non è bello solo per te musicista, ma che è motivo di orgoglio per tutta la tua comunità ed è una sensazione davvero grandiosa. Bolzano ci ha dato davvero un sostegno incredibile e forse un po’ inaspettato, come se la città stessa avesse vinto, per intenderci. In ogni caso, siamo sempre rimasti con i piedi per terra.
Avete questa componente di umiltà e gratitudine che vi fa onore, non perdetela!
Infatti. Anche perché nel mondo del pop, se non ci sei tu, c’è la riserva diciamo, quindi non bisogna dare mai nulla per scontato. Anche nel backstage: lo staff di Vasco sapeva che eravamo lì per meritocrazia, e quindi ci trattavano con rispetto, ma rimanevamo gli ultimi degli ultimi. Il rischio di gonfiarsi la testa è alto e bisogna sempre ridimensionarsi. Però siamo felici, e probabilmente apriremo un’altra data ma ancora devono comunicarci quale!

Davvero?! Complimenti ragazzi, davvero. Dunque, arriva il giorno del concerto: mood generale?
Arriviamo all’arena giovedì ed è stato complesso entrare, diciamo. C’erano già alcuni fan (15.000 circa) nel prato e che quindi hanno ascoltato anche il nostro soundcheck. Dietro le quinte c’era un gazebo tutto organizzato (anche se noi non avevamo un camerino) ed è comunque impressionante, conta che il palco era alto come un edificio di 9 piani e largo 90 metri circa.
Ansia?
Abbastanza, quando sono salita per posizionare lo strumento ho iniziato ad agitarmi. Abbiamo incontrato anche il direttore di palco di Vasco, Diego Spagnoli!
Poi venerdì grande giorno: c’erano già circa 60.000 persone quando siamo arrivati noi alle 9:00 del mattino. Quando, alla sera abbiamo suonato noi, ci saranno stati 90.000 spettatori che sono andati aumentando. Ricordo che avevo un sacco di paranoie, temevo che il basso non funzionasse per dire hahaha.
Comprensibile, sarebbe quasi strano il contrario! Avete avuto occasione di incontrare Vasco?
No purtroppo: hanno regole Covid molto molto severe, d’altronde se dovesse ammalarsi sarebbe una perdita economica non indifferente. Però abbiamo incontrato tutti i musicisti! Poi mentre stiamo suonando venerdì sera, sento la folla che si esalta e non capisco subito perché: mi giro e vedo il Gallo (storico bassista di Vasco) e da quel momento mi sono gasatissima e saltavo come una matta lungo il palco! Mi ha dato una carica immensa! Quando siamo usciti poi è venuto a cercarci per farci i complimenti, per dirci che abbiamo un bel suono, fresco, non il solito sound sentito e risentito. A me personalmente ha detto che ho groove e che suono bene, ti dico che ho quasi pianto dall’emozione! Abbiamo anche incontrato Bugo per caso dietro le quinte hahaha.

Ho la pelle d’oca solo a sentirti raccontarlo, non immagino essere lì di persona. Ultima domanda, avete mai pensato ad iscrivervi ad un talent?
Avevamo pensato ad X-Factor, perché le band lì funzionano. Italia’s Got Talent è un po’ troppo dispersivo, troppe categorie diverse. Amici secondo noi è più adatto ai cantanti solisti ecco. Diciamo che X-Factor rimane un’opzione, anche se è un po’ ostico iscriversi…ma vedremo, mai dire mai!
Ben detto, e poi siete tutti giovani, se c’è una cosa che non vi manca è il tempo! E poi, vada come vada, voi avete aperto per Vasco Rossi: questa cosa rimarrà con voi per sempre!
Assolutamente!
Bene Maddy: ti faccio ancora i complimenti per questo traguardo e ti ringrazio di aver accettato di rispondere alle mie domande! In bocca al lupo per tutto!
Grazie a te, davvero. Un saluto a tutta la redazione del Confronto Quotidiano!
Articolo a cura di: Victoria Pevere