Il caso Denise Pipitone: la spettacolarizzazione del dramma
Tutti noi, in questi giorni, siamo stati più o meno coinvolti dal caso Denise Pipitone ed è stato un po' come tornare indietro nel tempo, a quel ormai lontano 2004. Facciamo prima un po' di chiarezza.
Denise Pipitone era una bambina di soli quattro anni quando scomparve il 1º settembre 2004 a Mazara del Vallo, nella Provincia siciliana di Trapani. La bambina si trovava a casa della nonna materna, ma improvvisamente, e sicuramente inaspettatamente, si perdono le tracce di Denise e da qui Piera Maggio, la mamma, inizierà la sua lunga ricerca, fatta di speranze e, purtroppo, molti momenti di sconforto. Gli anni passano, la mamma, però, non smette mai di cercarla e di inviare appelli al pubblico, cercando di arrivare a più persone possibili. È anche per questo che la storia di questa famiglia diventa anche un po' la nostra storia, la storia di noi tutti che, insieme a loro, vorremmo che questa vicenda finisse con un lieto fine.

Purtroppo, però, questo dramma continua negli anni fino ad arrivare a qualche giorno fa, quando una luce in fondo al tunnel sembrava comparire, riaffiorando speranza e gioia. Nella lontana Russia, una ragazza in tv dichiara di essere stata rapita in un campo rom e cerca disperatamente la mamma. Da qui le segnalazioni dal programma “Chi l’ha visto?” per arrivare alla famiglia Pipitone. I giornali impazziscono, qualsiasi quotidiano italiano fa uscire la notizia, ma la mamma non vuole illudersi e vuole scoprire la verità tramite il risultato del gruppo sanguigno. Involontariamente, però, un barlume di speranza inizia sempre di più a farsi spazio. Il 7 aprile viene annunciato che si saprà il tanto atteso risultato del gruppo sanguigno direttamente dal programma televisivo russo, tra continui ritardi e rinvii. Per questo motivo e giustamente, l’avvocato Frazzitta decide di partecipare alla registrazione, a patto che prima gli vengano forniti gli esiti degli esami, per evitare la spettacolarizzazione di un dramma a cui nessuno vorrebbe assistere.
La storia però non finisce qui. Gli accordi presi con l’avvocato non vengono rispettati e la televisione russa continua a rimandare, fino ad arrivare al giorno della tanto attesa diretta televisiva ed è proprio qui che Frazzitta inizia a ribadire come la gestione di questo programma sia stata quantomeno controproducente. Il conduttore esita nel far sapere i risultati del gruppo sanguigno della ragazza russa e l’avvocato minaccia di uscire dalla diretta se non gli vengono immediatamente forniti gli esiti. Questa vicenda ha scosso gli animi di molti italiani, che, tramite social media, si sono espressi al riguardo, manifestando la loro rabbia nei confronti del programma russo. “Che vergogna”, “Non si gioca con le vite delle persone”, “E’ una montatura”, ed ancora molte altre espressioni si sono riversate in internet. Speculare su un dramma familiare di questo tipo è sicuramente stato difficile perfino da vedere ed è altrettanto complicato immaginare come la mamma di Denise si sia sentita davanti a certi giochi televisivi.
Lo spettacolo dovrebbe cessare nel momento in cui, dietro le quinte, ci sono persone che soffrono davvero, persone che lottano per rivedere un familiare e che possono aggrapparsi a qualsiasi speranza pur di rivedere un volto che, un tempo, faceva parte della propria abitazione. Eppure, non è stato così. Stavolta il rispetto verso la famiglia Pipitone è stato dimenticato per lasciare spazio all’audience e allo spettacolo che, sicuramente, non ha aiutato a risollevare gli animi di una famiglia già in precedenza scossa e traumatizzata.
COLLABORAZIONE - Articolo a cura di: Yesterday and Today