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“I will not love you a jot less” - La storia d’amore fra Ruth e Martin Ginsburg

Ruth Bader Ginsburg è conosciuta in tutto il mondo: seconda donna in America a diventare Giudice della Corte Suprema e pioniera nella lotta alla discriminazione di genere, grazie al suo instancabile lavoro il divario giuridico fra uomo e donna si fece sempre più esiguo. Nel mese dell’amore non voglio parlare del suo personaggio pubblico, ma raccontare la sua dolcissima storia d’amore con Martin, suo marito.



La loro storia cominciò come tante altre, nel modo più semplice del mondo: un amico di Martin gli combinò un appuntamento al buio con una ragazza “incredibilmente carina” che ben presto si sarebbe rivelata “incredibilmente intelligente”. A differenza di tanti altri uomini dell’epoca, questa caratteristica non lo intimoriva affatto e, tra una lettura di Dickens e una lezione di diritto, si innamorano perdutamente l’uno dell’altra.


La cosa che più colpisce della coppia era il loro sostenersi a vicenda, la loro capacità di capire quando era il momento di fare un passo indietro per l’altro se necessario. Nel periodo in cui studiavano ad Harvard a Martin venne diagnosticato un tumore ai testicoli, eppure non perse nemmeno una lezione grazie a sua moglie che batteva a macchina i suoi appunti prima di frequentare i propri corsi. Quando l’uomo trovò un lavoro a New York in uno studio legale, Ruth lo seguì insieme alla figlia, finendo così per concludere i suoi studi alla Columbia, tuttavia anche Martin fece sacrifici quando il lavoro di sua moglie cominciò a diventare vitale per lei e per l’America intera. La campagna che lanciò per sostenere la candidatura di Ruth alla Corte Suprema fu encomiabile, tanto che lei stessa ammise di essere arrivata fin lì anche con l’aiuto di suo marito, il quale si dimostrò un “first gentlemen” impeccabile.


Il suo sostegno non si limitava soltanto alla carriera, ma anche alla sfera domestica. Nel quotidiano si dividevano i compiti equamente, se la scuola aveva necessità di telefonare a casa, avrebbe dovuto chiamare entrambi a volte alterne invece di rivolgersi sempre e solo alla madre, come se la cura dei figli fosse un compito esclusivamente femminile. Martin, poi, era noto per la sua passione per la cucina, un hobby che cominciò a coltivare quando si rese conto che sua moglie era una pessima cuoca. Preparava torte al cioccolato, alla mandorla o allo zenzero per gli impiegati, e l’unico contributo di Ruth era un bigliettino con su scritto “È il tuo compleanno, quindi Marty ha fatto una torta”. In un’intervista con il New York Times l’uomo affermò che nella loro coppia vigeva una regola fondamentale: “Mia moglie non mi dà mai consigli di cucina, e io non le do consigli sul diritto. E questa cosa funziona benissimo per entrambi”. La figlia, Jane, serba ancora il tenero ricordo di suo padre ai fornelli, che continuò a cucinare per la moglie persino quando le sue condizioni di salute peggiorarono.


Nonostante l’ascesa di Ruth alla Corte Suprema l’avesse messo in ombra dal punto di vista professionale, Martin non ne fece un dramma: certo, c’era chi insinuava che dopotutto fosse invidioso della posizione di sua moglie, ma la realtà dei fatti era un’altra: un uomo che è sicuro di se stesso non vedrà mai nella donna che ha al suo fianco una minaccia, al contrario la sosterrà sempre gioendo dei suoi successi. Poco prima di morire le scrisse una lettera in cui le diceva di averla amata più d’ogni altra cosa nella vita e che averla vista arrivare fino in cima al mondo della legge era stato per lui un immenso regalo. In un mondo in cui le donne sono costrette a subire discriminazioni di ogni tipo e spesso devono rinunciare alla carriera per prendersi cura della famiglia, in cui gli uomini si sentono terribilmente sopraffatti nel momento in cui la propria compagna riesce ad avere più successo, dovrebbero esserci più coppie come quella di Ruth e Martin Ginsburg.


L’emozionante storia di Ruth ha ispirato nel 2018 la realizzazione di due pellicole, il documentario RBG e il film On the Basis of Sex, interpretato da Felicity Jones e Armie Hammer. Ne è emerso il ritratto di una donna forte, caparbia, che ha avuto la fortuna di condividere gioie e dolori con un marito amorevole, le cui ultime parole furono “I will not love you a jot less”.


Articolo a cura di: Concetta Pia Garofalo



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