I consigli del Governo Sudcoreano per le donne in dolce attesa: 2021 o 1021?
Il Governo di Seoul ha recentemente pubblicato delle linee guida riguardanti le donne in stato interessante. Alcuni punti, tuttavia, hanno suscitato scalpore per la loro intrinseca mentalità maschilista, tanto da costringerlo a ritrattare. Ma quali sono i punti che più hanno scatenato l’opinione pubblica? Vediamoli insieme.

Alle donne si consiglia di preparare in anticipo scorte di cibo, soprattutto piatti pronti, affinché sia più semplice per il resto della famiglia consumare i pasti mentre la neomamma è in ospedale. Tutto questo per facilitare il padre, che sarà sicuramente troppo stanco per cucinare. Al di là dell’assurdità dell’affermazione che presume che sia compito esclusivamente femminile quello di mettere qualcosa in tavola, credo sia offensivo anche verso gli uomini: da quando preparare qualcosa da mangiare è diventata un’impresa tanto ardua? Fuorisede di tutta Italia, rispondiamo a questa richiesta d’aiuto con delle video ricette facili e veloci per i nostri amici coreani.
Procedendo con la lettura si scopre un altro utilissimo consiglio: preparare i vestiti che gli eventuali altri figli e il marito dovranno mettere in quei giorni. Vengono addirittura specificati i capi di abbigliamento, fra cui la biancheria intima: come se un uomo adulto non fosse capace di indossare dei boxer senza l’aiuto della moglie. Vuoi non abbinare il calzino agli slip? Dietro a questo suggerimento c’è senz’altro Miranda Priestly de Il diavolo veste Prada.
Si raccomanda, inoltre, di pulire la casa in modo costante nei giorni precedenti al ricovero in ospedale: in questo modo la neomamma potrà persino unire l’utile al dilettevole, poiché farà al contempo attività fisica. Ce li vedo proprio questi mariti come un E.T. qualunque davanti all’aspirapolvere, a chiedersi a cosa mai possa servire quello strano arnese. Vi svelo un segreto: per fare una lavatrice non serve una laurea.
Per qualche arcana ragione, poi, sembra che essere magre per le donne coreane sia imprescindibile visto che si si consiglia addirittura di mettere ben in vista i vestiti che si indossavano prima della gravidanza. Il motivo? La loro vista motiverà la donna a perdere i chili di troppo. Perché promuovere la body positivity e incitare la gente ad amare il proprio corpo, se si può far leva sulle insicurezze di donne che stanno già affrontando un periodo particolarmente delicato? Questa visione della donna e del corpo femminile che deve essere sempre perfetto e aderente ai canoni di bellezza di turno è sbagliata sotto ogni punto di vista. È giusto incoraggiare un’alimentazione e uno stile di vita sani, ma cercare di convincere qualcuno, che sia uomo o donna, ad aspirare continuamente a un corpo privo di qualsivoglia imperfezione, è dannoso. Dovremmo imparare ad amarci, molto semplicemente. A prescindere dalla taglia.
Per finire in bellezza le linee guida parlano anche di anticoncezionali. Si fa cenno in particolar modo alle tipologie di contraccettivi che possono creare disturbi o fastidi al marito. Degli effetti che potrebbero avere conseguenze nella donna, invece, non si parla. Mi sono sempre chiesta perché esista la malsana idea secondo cui debba essere sempre la donna a preoccuparsi delle precauzioni, o perché non si prendano mai in considerazione gli effetti che i contraccettivi possano avere sulle donne. Il sesso si fa in due: le parti da tener presente, pertanto, sono due. A quanto pare, chi si è occupato di stilare questi brillanti consigli non ha mai avuto a che fare col genere umano. Se non altro non con quello del ventunesimo secolo.
Fortunatamente le dure polemiche sorte in seguito alla pubblicazione di queste linee guida hanno imposto la cancellazione dei punti incriminati. La popolazione sudcoreana, profondamente scioccata, ha lanciato una petizione allo scopo di far emettere una sanzione ai danni del funzionario responsabile, il quale è stato invitato a scusarsi pubblicamente. Se simili affermazioni potevano essere socialmente accettabili un secolo fa, oggigiorno non soltanto sono sessiste e retrograde, ma anche deplorevoli. La donna non può e non deve essere vista come la domestica a servizio della famiglia, né come una bambolina sempre perfetta col corpo di una top model. L’uomo, d’altra parte, non dovrebbe essere mortificato in questo modo, trattato come un inetto, incapace persino di scegliere da solo quale paio di mutande mettersi.
È un bene che persino uno Stato conservativo come la Corea del Sud si sia ribellato a questi suggerimenti inopportuni e dal gusto decisamente medioevale. I tempi cambiano e, anche se a piccoli passi, stanno cambiando le società di tutto il mondo e la loro visione distorta e arcaica.
Articolo a cura di: Concetta Pia Garofalo