Green pass: dittatura sanitaria o “male” necessario?
Dopo le lunghe discussioni sulla possibilità o meno di introdurre un modello alla francese con il quale solo chi abbia già ricevuto le dosi del vaccino o chi abbia un tampone con esito negativo possa accedere nei locali interni delle palestre, ristoranti, cinema, bar et similia, ormai anche in Italia é in vigore il green pass. Lo Stato, in questo modo, non obbliga il cittadino a sottoporsi al vaccino, ma vuole provare a fargli capire che, laddove non vaccinato, la sua vita sociale finirà.

Fin dal primo momento in cui si è iniziato a parlare di green pass, moltissimi sono stati i cittadini di ideologia contrapposta alle vaccinazioni in generale che sono scesi in piazza per manifestare quella che secondo loro si prospetta come una vera e propria dittatura sanitaria. Ma sarà così? Hanno ragione i no-vax?
Per rispondere è importante prendere in considerazione la nostra carta costituzionale ponendo la lente di ingrandimento sugli articoli 16 e 32. In particolare nell’art. 16 Cost è riconosciuto il diritto alla libera circolazione e soggiorno sul suolo nazionale ad ogni cittadino. Ciò detto, però, è lo stesso articolo a prevedere la possibilità che con una legge ordinaria lo Stato imponga delle limitazioni a tale diritto che siano giustificate da motivi di sanità o di sicurezza. Pertanto, basta leggere il testo della Costituzione per capire come il diritto di circolazione e soggiorno di cui gode ogni cittadino italiano possa essere limitato per esigenze superiori quale la tutela della salute collettiva. Questa idea di fondo deriva dal fatto che i nostri padri costituenti hanno manifestato sempre la volontà di far prevalere interessi collettivi su diritti individuali.
Considerando, inoltre, l’art. 32 Cost viene confermata l’idea di fondo espressa in precedenza in quanto non solo la Repubblica tutela la salute come diritto del singolo individuo, ma la tutela anche come interesse della collettività. Con l’imposizione di un green pass che limita il diritto alla circolazione, il diritto ad avere una vita sociale in generale, lo stesso la Costituzione non è violata proprio perché così facendo viene tutelato il più importante interesse della salute di tutti i cittadini.
In conclusione, per dirla “in soldoni”, il ragionamento compiuto dallo Stato è : “io non ti voglio obbligare a fare il vaccino, perché tu puoi avere tutti i tuoi buoni motivi per non vaccinarti, ma la tua scelta non può compromettere altri milioni di persone che, invece, hanno scelto di vaccinarsi per andare in vacanza, salire su un aereo, mangiare al ristorante senza rischiare di contrarre il virus”. La scelta di un singolo di non vaccinarsi in sostanza non può compromettere la ripresa economica e sociale del Paese.
Sterili appaiono le polemiche di chi dice che il green pass sarebbe incostituzionale, anche perché lo Stato potrebbe sempre imporre un trattamento sanitario obbligatorio con legge ordinaria. Tanti esempi sono ancora presenti nel campo delle vaccinazioni soprattutto: basti pensare all’elenco abbastanza lungo di vaccinazioni obbligatorie cui devono sottoporsi i bambini per poter accedere agli edifici scolastici sempre per lo stesso scopo, e cioè quello di tutelare tutti gli altri bambini ed insegnanti.
Articolo a cura di: Andrea Battaglia