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Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro: un bilancio italiano

In tema di sicurezza sul lavoro, la Costituzione italiana stabilisce il principio cardine della tutela della persona nella sua integrità psico-fisica (artt. 2, 32 e 41), che ricomprende il diritto all’incolumità fisica del lavoratore e il diritto a un ambiente di lavoro salubre. Nonostante gli interventi del legislatore, però, il problema degli infortuni sul lavoro affligge ancora fortemente la nostra società.


Nel 2021, infatti, l’Inail ha ricevuto ben 555.236 denunce per infortunio sul lavoro (+0,2% rispetto al 2020), delle quali 1.221 con esito mortale (-3,9%) e ha rilevato un aumento delle patologie di origine professionale (+22,8%)[1]. Già nel 2020 l’ISTAT condusse uno studio da cui emergeva che oltre 16 milioni di occupati hanno percepito un rischio per la loro salute fisica o psicologica: il 62,4% degli intervistati tra i 16 e i 64 anni era esposto nel 2020 a un rischio per la salute fisica, in linea con la media europea del 62,3%; mentre il 37% percepiva un rischio per la salute psicologica, contro una media europea del 44,6%[2].




[1] Inail, Infortuni e malattie professionali, online gli open data mensili Inail del 2021, 31 gennaio, 2022, https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/sala-stampa/comunicati-stampa/com-stampa-open-data-2021.html [2] Istat ed Eurostat, Salute e sicurezza sul lavoro in Italia – Anno 2020, 29 novembre 2021, https://www.istat.it/it/files//2021/11/Salute_e_sicurezza_sul_lavoro_-2020_Istat_Eurostat.pdf

A livello legislativo, la disciplina sulla salute e la sicurezza sul lavoro è stata raccolta in un Testo unico (d.lgs. 81/2007), che ne ha operato il riassetto e coordinamento. Ai fini della prevenzione, il legislatore ha imposto al datore di lavoro di eseguire una valutazione del rischio in relazione all’attività aziendale, le cui risultanze vanno raccolte in un documento con le misure di prevenzione e tutela previste. I controlli sulla sicurezza sul lavoro sono attribuiti alle ASL locali, Servizi ispettivi delle Direzioni provinciali del lavoro e alle rappresentanze sindacali. Il legislatore italiano è recentemente intervenuto con la l. 146/2021 adottando una mini-riforma del d.lgs. 81/2007, che innalza il livello complessivo delle tutele prevenzionistiche sostanziali, aumentando la stretta verso le aziende che non rispettino o non assicurino l’osservanza della normativa in materia, ma ha il limitedi non considerare nell’elargire la sanzione le caratteristiche e i profili di rischio diversi di ogni attività d’impresa.

Sul piano comunitario, il Quadro strategico della Commissione in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 definisce tre priorità per il futuro:


1. anticipare e gestire il cambiamento in un mondo del lavoro influenzato dalla transizione verde, digitale e demografica (rivedere la direttiva sui luoghi di lavoro e i dispositivi di visualizzazione, preparare un’iniziativa a livello europeo relativa alla salute mentale sul luogo di lavoro);


2. migliorare la prevenzione degli infortuni sul lavoro, delle malattie professionali ed eliminare i decessi legati al lavoro;


3. aumentare la preparazione per rispondere alle crisi sanitarie attuali e future, sviluppando procedure di emergenza.


Tuttavia, il successo della strategia dipenderà ovviamente dalla sua attuazione nei singoli Paesi dell’Unione.


Articolo a cura di: Laura Tondolo




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