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EDITORIALE - Si va in scena

Aggiornamento: 17 mar 2021

La narrazione tra finzione e realtà.


Si va in scena - Il confronto quotidiano

«Reinventare il reale come finzione, perché il reale è scomparso dalla nostra vita»,

Affermava il celebre sociologo francese Jean Baudrillard, arrivando a sostenere che nel mondo contemporaneo soltanto la società dei consumi riesce a governare la realtà dell’uomo attraverso la finzione e, in particolare, per mezzo dell’azione dei media che hanno soppiantato i bisogni del genere umano con i desideri.


La costruzione, perché di questo si tratta, dei desideri ed il perseguimento della loro realizzazione costituiscono l'obiettivo primario della società contemporanea. E così tutto diventa prodotto, merce da consumare, soprattutto in fretta poiché, nella moderna scala valoriale, il primato si conquista consumando, consumando e continuando a consumare. Perfino i sentimenti assumono spesso lo status asettico di merci, barattati in cambio di un momento di notorietà sul grande palcoscenico della finzione - reale.


La cultura, che per definizione risulta essere quanto concorre alla formazione dell'individuo sul piano intellettuale e morale e all'acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società, si è appiattita su standard qualitativi spesso scadenti, perdendo quella verve creativa che fondava la sua autorevolezza sulla conoscenza delle cose e che focalizzava l’attenzione sul sapere cumulativo, alimentato dal confronto quotidiano con la realtà ed i suoi protagonisti più autorevoli.


Oggi, purtroppo, assistiamo invece ad un processo di mercificazione e mistificazione del prodotto culturale che sembra non conoscere ostacoli. Un processo in cui i modelli proposti sono format comunicativi dove la prassi del “copia ed incolla” è diventata lo standard qualitativo più redditizio. In una società dei consumi, d’altronde, non potrebbe essere altrimenti poiché, tale modus operandi, garantisce il massimo “guadagno” con il minimo sforzo.


Da queste considerazioni nasce il nostro progetto culturale che si propone, attraverso l’impianto comunicativo - informazionale de Il Confronto Quotidiano, di riportare al centro del nostro vivere l’uomo; di concedere uno spiraglio a quel nuovo umanesimo che cerca di farsi strada tra i meandri della realtà artificiale; di riconsegnare nelle mani di ogni singolo individuo il proprio destino sottraendolo alla logica del followerismo esistenziale e riproponendo con forza quel concetto di unicità che le parole di Carlo Acutis, proclamato beato lo scorso 10 ottobre ad Assisi, riassumono in maniera emblematica: «Tutti nasciamo originali, ma molti muoiono come fotocopie».


Antonino Marino




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