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Diritto di ripensamento

Sarà di certo capitato a tutti di fare un acquisto online magari in fretta e, una volta arrivata la merce, la taglia non era giusta o il colore era sbagliato o magari il prodotto era difettoso. Presi dal panico non si sa immediatamente cosa fare. Forse non tutti sanno che ogni consumatore ha il diritto di recesso della merce acquistata online esercitabile indipendentemente dalla presenza di un difetto.



Gli articoli di riferimento sono gli artt. 52 e seguenti del Codice del consumo, entrato in vigore con l’intento di tutelare il cd. contraente debole (consumatore) nei rapporti con i venditori. Questo favor della legge verso il consumatore lo si evince proprio dall’esistenza di un vero e proprio diritto al ripensamento, cioè l’acquirente online ha la possibilità di ripensare alla convenienza o meno di quel contratto esercitando quindi il diritto di recesso dopo aver visto la merce di persona.


Questo diritto di recesso come tale è esercitato unilateralmente dall’acquirente il quale ha l’onere di comunicare al venditore la volontà di recedere e spedire indietro la merce. Dopodiché, il venditore sarà obbligato a rimborsare il quantum pagato dall’acquirente in precedenza.


Chiaramente non si tratta di un diritto immune al decorso del tempo, anzi va esercitato entro il termine perentorio di 14 giorni dal giorno in cui si è ricevuta la merce. Ogni e-commerce potrebbe prevedere un termine maggiore (come spesso accade pari a 30 giorni), ma mai può imporre un termine inferiore ai 14.


Il consumatore, nell’esercizio del diritto di recesso, non può mai essere obbligato a specificare i motivi del reso, in quanto la legge introduce una presunzione secondo cui l’acquirente online solo nel momento in cui vede e tocca di persona la merce può essere veramente consapevole della volontà di acquisto o meno. Addirittura il consumatore non può nemmeno essere vincolato a moduli standard prefissati dal venditore in quanto è ritenuta sufficiente ai fini dell’esercizio del diritto di recesso una qualsiasi manifestazione di volontà purchè vi sia la certezza legale circa la provenienza di tale dichiarazione.



Così come ogni altro diritto, anche il diritto al recesso ha bisogno di deroghe in presenza di alcuni casi particolari. In alcuni casi tassativamente previsti dall’art. 59 Cod. Consumo non è possibile esercitare tale diritto. In via esemplificativa è escluso il recesso per la fornitura di beni personalizzati o confezionati su misura; la fornitura di beni deteriorabili; la fornitura di giornali, riviste e periodici; la fornitura di video/audio/software consegnati sigillati e che siano stati aperti; i contratti in cui il consumatore ha specificamente richiesto una visita da parte del professionista ai fini dell’effettuazione di lavori di riparazione o manutenzione.


In tali casi il venditore ha diritto di rifiutare la restituzione del prodotto e negare il rimborso del prezzo pagato però a patto che il consumatore fosse stato informato di tale evenienza prima di stipulare il contratto.


Altra domanda frequente è se il recesso in periodo di saldi nei negozi “online” è sempre possibile. Secondo molti non è possibile esercitare il diritto di recesso se il consumatore ha acquistato un prodotto in saldo ma in realtà non è così. Difatti, proprio perché il diritto di recesso non è correlato alla “qualità del bene” o alle sue “caratteristiche” e, dunque, ad un motivo legato al prodotto, ma è semplicemente connesso alle modalità di conclusione del contratto che avviene a distanza, senza che il cliente possa vedere e toccare la merce, allora deve essere comunque consentito.


Articolo a cura di: Andrea Battaglia



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