DICEMBRE: Non solo Natale, le festività nel mondo
<< Dicembre. Dalla profondità dei cieli tetri scende la bella neve sonnolenta, tutte le case ammanta come spettri; di su, di giù, di qua, di là, s’avventa, scende, risale, impetuosa, lenta, alle finestre tamburella i vetri.>> (Guido Gozzano)

In Italia, e in tutti i Pesi di religione Cristiana, siamo soliti associare al mese di Dicembre, la ricorrenza delle festività Natalizie.
Il Natale ha origini antichissime, che si fanno risalire alla nascita di Gesù Bambino a Betlemme e rappresenta, per tutti i cristiani, la celebrazione della presenza del Signore in mezzo agli uomini. Tale ricorrenza assume rilievo anche nel contesto laico, ad esempio alcuni ritengono che la scelta del 25 dicembre sia da ricondurre alla festività del “Dies Natalis Solis Invicti” (“Sole invitto”). Questa festività, sconosciuta alla moltitudine, apparteneva agli antichi romani, i quali erano soliti celebrare durante il solstizio d’inverno il culto di Mitra e del Dio Sole, al quale erano particolarmente legati.
Tra i simboli da ricollegare al Natale, ricordiamo: il Presepe, l’albero di Natale, e la figura di Babbo Natale.
Il primo Presepe moderno, si fa risalire a San Francesco d’Assisi, il quale, dopo aver visitato i luoghi sacri della natività, al suo rientro nel monastero di Greccio, su permesso del Papa, decise di riprodurre la Natività di Nostro Signore.
Attorno alla storia dell’albero di Natale, invece, ci sono diverse leggende di natura pagana, ma tutte caratterizzate da un unico comun denominatore: la Germania. Si narra che un uomo, rientrando a casa dopo una giornata di lavoro, attraversando il bosco si accorse di un albero di abete pieno di luci e, rimasto folgorato da quella visione, volle riproporlo in casa propria. Altri invece sostengono, che il primo albero di Natale fu decorato con mele, noci, fiori e datteri nella città di Brema sempre in Germania.
Ma Dicembre nel mondo, non è solo caratterizzato dal Natale: diverse sono infatti le ricorrenze celebrate nel suddetto mese.
L’Hannukkah o Channukkah, o comunemente anche detta festa della luce, è una ricorrenza del popolo ebraico. Si tratta della seconda festa più importante per gli Ebrei dopo il dono della Torah e ricorda la loro liberazione dagli Elleni.
L’Hannukkah che letteralmente vuol dire << inaugurazione>>, ha una durata di circa otto giorni (dal 22 dicembre al 30 di dicembre). Con tale festività, si commemora la vittoria dei Maccabei sugli Elleni, e il famoso miracolo dell’ampolla d’olio, che pur essendo sufficiente per un solo giorno riuscì ad illuminare il tempio per ben otto giorni consecutivi. Da qui si suole accendere ad ogni ricorrenza ebraica il noto candelabro a nove bracci, la cosiddetta “Menorah”.
Durante tale festa vengono preparati alcuni piatti tradizionali, tra i quali ricordiamo: sufganiyot, ciambelle ripiene di marmellata fritte nell’olio, proprio per ricordare il miracolo dell’ampolla, i Latkes cioè delle frittelline a base di patate, il brisket (carne di manzo) che si cucina in una grande teglia con olio, molte cipolle, sedano e carote, per poi aggiungere un composto di pomodoro, aceto, zucchero, vino rosso, salsa Worcestershire, e paprika. La Matzoh ball soup è invece una zuppa di saporiti gnocchi di farina di pane azzimo, e ancora, la Challah (una specie di pane morbido).
Dongzhi (celebrato in Asia e in Cina)
Il Dongzhi è la festività orientale (non propriamente da equiparare al nostro Natale) che celebra il solstizio d’inverno, il giorno con meno ore di luce dell’anno e segna l’inizio della stagione più fredda. Generalmente tale ricorrenza si celebra il 22 di dicembre. È una festività che potrebbe essere paragonata al Giorno del Ringraziamento, in quanto la popolazione asiatica ringrazia per il raccolto e per la produttività. Il Dongzhi trova la sua origine, nella filosofia yin-yang, dualità notte-giorno. Durante tale ricorrenza si è soliti consumare dei piatti tipici, tra cui ricordiamo: i tangyuan (palline di riso in brodo) e i Jiaozi (ravioli cotti a vapore).
Yalda (In Iran)
È tra le celebrazioni più care al popolo Iracheno, ed indica il giorno più lungo dell’anno. Durante la notte di Yalda, la famiglia si riunisce solitamente presso l’abitazione del componente più anziano e rimane sveglia tutta la notte. La tradizione vuole che si consumino noci, melograno, anguria e frutta secca.
Festa dell’Orso (In Romania)
Si tratta di una celebrazione che simboleggia la morte e la rinascita del tempo. Nei giorni che intercorrono tra Natale e Capodanno, l’intera popolazione romena si riunisce per le strade per assistere alla famosa “parata degli orsi”. Tutti i membri della comunità, sia grandi che bambini, si coprono con delle vere pelli di orso e danzano per le vie del paese, a suon di flauto e percussioni, per accogliere l’arrivo del nuovo anno. Perché la scelta dell’orso? Perché fin dall’antichità l’orso era considerato dalla popolazione “animale sacro”, il cui ciclo di vita era collegato al variare delle stagioni.
Articolo a cura di: Gisella Carullo