Desiderio di maternità dopo i 40 anni? Che rischi corro?
Sempre più spesso ci troviamo a dover affrontare problematiche legate alla ricerca della gravidanza in “tarda età”.

Ma c'è un'età giusta per diventare genitore? Dove ci hanno portato l'industrializzazione e l’emancipazione femminile?
È sempre più complesso riuscire a conciliare vita familiare e carriera, figli e affermazione professionale, tempo libero e impegni lavorativi. Ormai sempre più donne affrontano la prima gravidanza dopo i 35 anni e sempre più spesso le coppie si rivolgono al ginecologo con problematiche inerenti la fertilità.
Come possiamo aiutare queste coppie a realizzare il loro grande sogno? Lo studio, la carriera, la casa, l'indipendenza economica ci portano a slittare ricerca della gravidanza in età sempre più avanzata.
Ma quando dobbiamo iniziare a preoccuparci e a rivolgerci al medico se la gravidanza non arriva? Generalmente la gravidanza insorge spontaneamente dopo 6-12 mesi di rapporti liberi e non protetti con una frequenza settimanale di 2-3 a settimana. Nelle coppie più mature è però consigliabile rivolgersi allo specialista se la gravidanza non insorge nei primi 4-6 mesi di tentativi. La prima cosa che dobbiamo fare e sottoporre la donna a controllo ginecologico per verificare lo stato ormonale. Dopo i 35 anni, infatti, la capacità riproduttiva e la fertilità si riducono in maniera importante. È fondamentale la misurazione della riserva ovarica attraverso il dosaggio ematico dell’AMH o ormone antimulleriano che ci permette infatti di verificare quante probabilità abbiamo ancora di concepire. Sarebbe importante effettuare l'esame intorno ai 30-35 anni per cercare di capire effettivamente quante possibilità abbiamo ancora di procrastinare il nostro desiderio di maternità. Fondamentale per procreare è anche controllare la funzionalità della nostra tiroide ed è possibile attraverso un semplice esame ematochimico.
Ma i figli si fanno in due!
Cosa può fare il nostro partner maschile? È importante che l'uomo si sottoponga a visita andrologica per controllare la salute dell’apparato riproduttivo ed escludere patologie o infezioni che potrebbero alterare la qualità del liquido seminale. Fondamentale è lo spermiogramma, esame semplice e di facile esecuzione, che ci permette di indagare sulla salute riproduttiva dell'uomo.
Quando si decide di intraprendere la ricerca di una gravidanza è anche importante iniziare l'assunzione di acido folico. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) consiglia di assumere infatti l'acido folico almeno due mesi prima del concepimento e nei primi tre mesi di gestazione per prevenire patologie quali la spina bifida (un difetto del tubo neurale), e malformazioni del viso come il labbro leporino. Ci sono diversi prodotti in commercio che contengono anche inositolo, resveratrolo e vitamine del gruppo B e vitamina D che è stato visto essere molto importanti per migliorare la fertilità e la salute riproduttiva della coppia.
Ma se gli esami vanno bene e dopo 6 mesi di ricerca la gravidanza non arriva, cosa possiamo fare? Ci si può rivolgere al proprio ginecologo per sottoporsi ad un monitoraggio ecografico dell'ovulazione che permette, attraverso ecografie seriate a distanza di 2-5 giorni l'una dall'altra, di verificare se avviene l'ovulazione. Esistono in commercio anche farmaci, come per esempio il clomifene citrato, che si possono assumere sotto stretto controllo medico per aiutare la fertilità. Se il problema persiste è consigliabile rivolgersi ad un centro specializzato in infertilità e sterilità oppure FIVET o ICSI (inseminazioni in vitro).
Un problema importante da affrontare quando si affronta una gravidanza dopo i 35 anni è il rischio maggiore di patologie legate alla gravidanza (diabete e ipertensione gestazionale) ma soprattutto di alterazioni cromosomiche. È infatti noto che, con l’aumentare dell’età, aumenta il rischio di concepire un bambino con malattie genetiche legato all' invecchiamento degli ovociti materni, come ad esempio la Sindrome di Down. Gli esami consigliati per indagare se ci sono problematiche sono il bitest e la misurazione della translucenza nucale, la villocentesi, l’amniocentesi e il NIPT o ricerca del DNA fetale. Questi accertamenti si eseguono in genere entro i primi tre mesi di gravidanza, a parte l’amniocentesi che va eseguita a 16-18 settimane, e ci permettono di fare diagnosi precoce di patologia cromosomica dando così la possibilità ai genitori di conoscere lo stato di salute del proprio bambino.
La medicina ha fatto passi da gigante ma tocca a noi metterla nelle condizioni di aiutarci. Controllare la salute del nostro apparato riproduttivo ci mette nella condizione di poter affrontare la ricerca della maternità con consapevolezza e responsabilità.
COLLABORAZIONE
Articolo a cura di: Monica Calcagni (Medicina generale, specialista in Ostetricia e Ginecologia)
Per ulteriori informazioni o chiarimenti rivolgiti al tuo medico di famiglia o ad uno specialista.