Dante al Quirinale: l’Inferno in duecento opere d'arte
A distanza di 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, autore della celeberrima Divina Commedia, il Quirinale dal 15 ottobre 2021 ha ospitato una mostra, a cura di Jean Clair, dedicata alla rappresentazione dell'Inferno del Sommo Poeta mediante numerose opere d'arte cedute in prestito da 80 musei.

Autori come Botticelli, Beato Angelico, Goya, Manet, Delacroix, Cézanne, Rodin, Richter, Kiefer, von Stuck, Balla, Dix, Taslitzky, Bosch e Bruegel, attraverso le opere selezionate, assumono la capacità di trasformare la forza evocatrice della parola dantesca in immagini suggestive, profonde, intrise di significato.
Arrivata direttamente dal Musée Rodin di Parigi e ubicata nelle scuderie del Quirinale come punto di partenza del percorso espositivo, la monumentale "Porta dell'Inferno" di Auguste Rodin realizzata attraverso la fusione a gesso.
Tra le opere più importanti non poteva di certo mancare la "Voragine Infernale" su pergamena del Botticelli, ceduta per la mostra dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. A seguire la maestosa tela da quattro metri realizzata da Gustave Doré, "Virgilio e Dante nel IX girone dell’Inferno". Dal fondo scuro emergono il Sommo Poeta e "Lo Duca" suo, Virgilio, che gli indica la giusta via tra i dannati.
Grande significato assume il "Giudizio universale" di Beato Angelico - tempera su tela realizzata come cimasa del seggio del coro, precedentemente collocata nel Museo nazionale di San Marco a Firenze - in cui il Cristo giudicante, al centro della raffigurazione, prende il posto di Minosse smistatore dei peccatori.
Il percorso prosegue con "Le tentazioni di Sant'Antonio Abate" di Brueghel, fonte di ispirazione per Gustave Flaubert. Folle di uomini inquieti, tormentati, figure spesso distanti dal reale. Simili figure vengono dipinte nella "Bottega di Hyeronimus" di Bosch, concessa in prestito dalla Biblioteca Apostolica Vaticana.
Più suggestiva che mai l'opera di Von Stuck, "Lucifero", importata dal National Gallery for Foreign Art a Sofia. L'angelo caduto dal cielo fissa insistentemente l'osservatore con sguardo magnetico, a dir poco glaciale. Un Lucifero del tutto insolito, dalle fattezze umane, assorto nei propri pensieri, quasi a voler rappresentare in chiave allegorica "il peccato fatto uomo".
Ultimo, ma non per importanza, il terrificante "Demonio di Valladolid” in legno policromo. Un percorso decisamente suggestivo, accompagnato dalla lettura delle soavi parole dantesche che, ancora oggi, permangono vive e immutate nell'animo dei più grandi appassionati della letteratura italiana.
Articolo a cura di: Serena Luvero