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Corpi dorati ed eroi scaduti

Le vite non rappresentate.


Il corpo delle donne è materia di discussione e dibattito da tempo immemore. C’è da chiedersi come mai, un semplice corpo, desti così tanto interesse (o ribrezzo ed ossessione) da essere al centro di continui confronti. Tutti quanti possediamo un corpo: siamo un corpo! Con esso ci muoviamo, interagiamo, soffriamo e gioiamo ma, evidentemente, quello delle donne ha un valore diverso… forse le nostre ossa sono d’oro? O magari le nostre ovaie sono in realtà meravigliosi alabastri?


Tra le righe delle pagine dei libri di storia e letteratura, si capisce come noi donne fossimo considerate esclusivamente per il nostro corpo – e di conseguenza per il nostro aspetto fisico. Lo si capisce perché siamo nominate solo come protagoniste dei testi e mai come le autrici di questi, oppure perché siamo state dipinte da grandi maestri ma grandi maestre non lo siamo mai state. Siamo state per secoli le creature prescelte dell’Anticristo, l’accesso diretto al regno di Mefistofele senza passare nemmeno per il Purgatorio. Ma non solo: in questa commedia (tutt’altro che Divina) siamo state scritturate per interpretare maligne streghe, lussuriose tentatrici ed eterne, imprescindibili ed insalvabili peccatrici. Principesse sottomesse, regine bisognose del cavaliere per essere salvate … insomma, in un modo o nell’altro c’era sempre bisogno di uomo che ci dicesse con chi e come dovessimo vivere.


Bisogna immaginarsi ora come osservatori esterni in una qualsiasi aula di una qualsiasi classe d’Italia: da un lato vediamo dei giovani uomini che si sentono rappresentati come geni assoluti di tutto, dalla filosofia alla letteratura, dalla matematica alle scienze naturali; tuttavia, dall’altro, ci sono delle giovani ragazze, le donne del futuro, che non possono riconoscersi in nulla che preveda un grande talento o una grande dote. Nessuna poetessa, nessuna pittrice, nessuna grande matematica. Nessuna Gaspara Stampa, nessuna Artemisia Gentileschi e nessuna Ada Byron Lovelace. L’unico vero motivo per cui i libri di testo parlano solo di uomini è che se, si dovessero elencare le straordinarietà che quotidianamente compiamo noi donne, non basterebbe tutta la carta del mondo per contenerle. Ci vuole un immenso coraggio a trovare la forza di essere “Qualcuna” di importante, di sognare in grande nonostante tutto, di immaginarsi cape di un’azienda o direttrici di grandi testate giornalistiche, se da sempre siamo spinte ad essere sempre solo l’oggetto pensato e non il soggetto pensante.


Ma noi siamo esseri pensanti, autonomi e assolutamente in grado di vivere senza aver bisogno che qualche omuncolo ci dica come stare al mondo, come vestirci e come comportarci. Siamo tutte Giuditte contro un mondo di Oloferni. Non bisogna mai fermarsi, mai abbassare la voce, perché noi donne adulte abbiamo il dovere morale di far sapere a tutte le giovani ragazze che hanno il diritto di sognare in grande ma, soprattutto, che le persone a cui ispirarsi sono fuori da quelle pagine ingiallite.


Chiudiamo quei libri ed iniziamo a scriverne di nuovi, insieme, per un mondo dove anche noi possiamo essere eroine.


Articolo a cura di: Victoria Pevere



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