Con Thor: Love and Thunder è l’ironia a farla da padrone
La Marvel propone un prodotto ironico e leggero e l’opinione del pubblico si divide.

Il debutto di Thor: Love and Thunder nei cinema italiani è avvenuto il 6 luglio scorso, con un’accoglienza abbastanza positiva sia per quanto riguarda la critica che gli incassi (tanto da diventare in pochi giorni il decimo maggiore incasso mondiale). Nel film, sequel di Thor: Ragnarok, diretto da Taika Waititi, il dio vichingo affronta la minaccia di Gorr, il cosiddetto “Macellatore di dei” che (per ovvie ragioni) costituisce una minaccia per il protagonista e non solo. Inoltre, come già anticipato dal trailer ufficiale, Natalie Portman torna nel cast, stavolta nei panni di un’alternativa Thor armata da nientemeno che Mjolnir, il martello leggendario perduto precedentemente dal dio nello scontro con sua sorella Hela.
Sebbene il film si apra con una scena drammatica, l’atmosfera tragica dei primi minuti viene presto abbandonata, per lasciare spazio a tinte ben più allegre. La pellicola, infatti, si caratterizza per una spiccata ironia e un tono decisamente scanzonato persino per un prodotto Marvel, in cui battute e situazioni comiche sono certo un elemento importante ma in questo caso sono assolutamente centrali. Si tratta forse di uno dei film Marvel che meno si prende sul serio, pur toccando tematiche anche impegnative come la malattia e la morte di una persona cara. Con il suo tono leggero, insomma, si discosta molto da alcuni suoi precedenti di casa Marvel, talvolta caratterizzati da atmosfere molto più cupe (un esempio su tutti, Thor: The dark world).
Ed è proprio questa sua connotazione ironica, per qualcuno, a costituire un difetto, dividendo l’opinione del pubblico. Certo, l’umorismo non manca mai nell’MCU, ma laddove solitamente su una base tragica o perlomeno seria si innestano momenti divertenti che “spezzano” la tendenza generale del film, in questo caso l’ironia prevale sulla trama, la quale diventa quasi una “scusa” perché qualcosa di esilarante possa accadere ed essere accentuato dal contrasto con la serietà delle circostanze.
Alla luce di tutte queste considerazioni, ciò che più può determinare la soddisfazione del pubblico che è andato o andrà a vedere il film sono le aspettative: se ci si aspetta un film impegnato, particolarmente significativo o addirittura greve, è difficile non rimanere delusi; per quanto mi riguarda, invece, ciò che ho visto in sala era esattamente come lo avevo in mente, ovvero semplicemente piacevole. Perciò, al netto di qualche piccola sbavatura, nel complesso a mio parere del tutto trascurabile, sono uscita dal cinema soddisfatta e col cuore alleggerito da qualche sana risata.
Articolo a cura di: Alysia Giorgia Voltattorni