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Climate Change tra conferenze ed accordi. I tentativi del “mondo” di salvare se stesso

Aggiornamento: 24 gen 2021

Dopo 28 anni da quello che è passato alla storia come “Summit della terra”, il primo incontro mondiale volto a trovare un accordo per la riduzione dell'inquinamento globale, ed a circa un anno dall'ultima riunione della Conferenza delle Parti (COP25) proviamo a ricapitolare ciò che è stato fatto (e non fatto) per salvaguardare il nostro pianeta.


Secondo un rapporto del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) pubblicato nel 2018, la temperatura del nostro pianeta aumenta di 0,2 °C ogni dieci anni. Ad oggi è stato già raggiunto un aumento di 1 °C rispetto ai livelli preindustriali. Se non vi sarà un intervento immediato ed effettivo è probabile che tale temperatura aumenterà fino a 2 °C entro il 2060, portando cambiamenti difficili da prevedere nei fenomeni climatici e metereologici.

“Our goal is to be the first climate neutral continent in 2050. If we want to achieve that goal, we have to act, we have to implement our policies now” Ursula Von Der Layen

Fanno ben sperare le parole spese dal Presidente della Commissione Europea Ursula Van Der Layen in occasione del discorso d'apertura del COP25, tenutosi a Madrid nel dicembre 2019. La volontà di rendere l'Europa il primo continente a raggiungere l'obiettivo di annullare le emissioni di biossido di Carbonio (CO2) e di agire fin da subito in maniera specifica evidenziano la consapevolezza che il mondo ha raggiunto riguardo al problema del cambiamento climatico.


La strada che ha condotto a questo impegno morale nei confronti del nostro pianeta continua tra alti e bassi ormai da 28 anni e non sempre le misure adottate hanno portato ai risultati sperati.


Il primo incontro in cui i vertici mondiali di 154 paesi si riunirono per discutere del problema climatico avvenne nel 1992 a Rio de Janeiro, in occasione del “Summit della Terra”, la Conferenza sull'Ambiente e sullo sviluppo delle Nazione Unite. In quell'occasione venne redatta la “United Nations Framework Convenction on Climate Change” (UNFCCC) che entro in vigore nel 1994 senza alcun vincolo di adesione da parte dei singoli paesi. Obiettivo del trattato era la riduzione delle emissioni di gas serra nell'atmosfera. Lo stesso anno le delegazioni decisero di incontrarsi annualmente nella Conferenza delle Parti (COP) per poter analizzare i progressi fatti.


Il successivo incontro che portò ad un risultato concreto fu il Protocollo di Kyoto, redatto in occasione del COP3 del 1997. Questa volta i paesi partecipanti si impegnavano a ridurre le proprie emissioni di gas serra in misura non inferiore all'8,45% rispetto ai valori del 1990. Per l'entrata in vigore dell'accordo era però necessaria l'adesione di 55 paesi, responsabili di almeno il 55% delle emissioni di CO2 nell'atmosfera fino al 1990. Tale partecipazione è stata raggiunta soltanto nel 2005 e molte delle grandi potenze mondiali non hanno aderito.


Nel 2015, durante il COP21 di Parigi, 195 paesi hanno firmato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale che riportava i seguenti obbiettivi chiave:


➔ Mantenere l'aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali.

➔ Puntare a limitare l'aumento ad 1.5 °C, dato che ciò ridurrebbe in maniera significativa i rischi e l'impatto dei cambiamenti climatici.

➔ Procedere a rapide riduzioni in conformità con le soluzioni scientifiche disponibili più avanzate.


Anche in questo caso la ratifica dell'accordo doveva rispettare gli stessi termini del Protocollo di Kyoto, ma l'adesione dei vari paesi ha raggiunto il 55% in poco meno di un anno.


L'UE rappresenta oggi il 6,9% della popolazione mondiale ed ha generato nel 2017 circa l'8,4% delle emissioni globali di gas serra. L'UE è stata in prima linea negli sforzi internazionali tesi al raggiungimento di un accordo sul clima. Ha raggiunto l'obiettivo di diminuire le emissioni del 20% rispetto al 1990 e nel 2018 ha presentato un piano strategico a lungo termine per ridurre ulteriormente le sostanze inquinanti.

Gli obbiettivi del nuovo piano europeo prendono in considerazione tutti i settori chiave, tra cui energia, trasporti, industria e agricoltura e possono essere sintetizzati nei seguenti punti:


➔ Ridurre le emissioni del 40% rispetto al 1990 entro il 2030.

➔ Ridurre le emissioni del 80% rispetto al 1990 entro il 2050.

➔ Puntare ad avere un impatto ambientale nullo.



Nonostante gli sforzi e gli obiettivi fissati però la strada verso un mondo ad impatto zero è ancora lunga e tortuosa. I risultati attesi dalla COP25 non sono arrivati e la stessa è stata definita dal Segretario Generale dell'ONU, Antonio Guterres: “un'occasione persa”. Gli eventi dell'ultimo anno hanno provocato un rallentamento quasi trascurabile sull'innalzamento della temperatura. Ancora una volta le sorti del nostro pianeta sono state posticipate alla COP26, le cui date sono state fissate e che si terrà a Glasgow dal 1 al 12 Novembre del 2021.


Stay Tuned!


Articolo a cura di: Giuliano La Gaipa



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