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Cinque curiosità storiche sulla Calabria

- Gesù a Pietra Kappa: Una leggenda narra che Gesù e gli apostoli si trovavano nelle montagne in Aspromonte ed arrivati ad un certo punto, Gesù propose ai suoi discepoli di fare una penitenza, tutti avrebbero dovuto portare un sasso fino alla cima della montagna. I discepoli iniziarono a prendere dei sassi pesanti, tranne Pietro, il quale decise di portare fino in cima un sasso molto più piccolo rispetto a quello di tutti gli altri. Giunti in cima, i sassi iniziarono a trasformarsi in pane di dimensioni uguali a quelle del masso che avevano trasportato, per cui Pietro dovette accontentarsi di un piccolo pezzo di pane. Allora Pietro, compresa la lezione, chiese che quel masso rimanesse lì per ricordare quanto accaduto e allo sfioro di Gesù la pietra si ingigantì tanto da ricoprire l’intera area circostante. Leggenda vuole che Pietro rinchiuse in quella Pietra la guardia che picchiò Gesù nel sinedrio e chiunque passi da lì ancora può sentire le urla della guardia imprigionata.



- La pietra del diavolo a Palmi: questa leggenda è ambientata in un punto molto popolare e conosciuto di Palmi, il monte Sant’Elia, famoso per le tre croci visibili da lontano e che di notte sono illuminate creando un’atmosfera suggestiva e particolare. La leggenda vuole che il diavolo, sotto mentite spoglie, si presentò a Santo Elia sul monte con un sacco pieno di monete che aveva trovato nelle vicinanze e che intendesse spartire il tesoro con il Santo. Questi iniziò invece a lanciare le monete per strada che si trasformarono in pietre nere ancora oggi presenti in quel luogo, proprio vicino al masso che il diavolo graffiò poco prima di gettarsi in mare.


- Fata Morgana a Reggio: il fenomeno fata Morgana è quel fenomeno per cui da Reggio, precisamente dal lungomare “Falcomatà”, la Sicilia sembra così vicina da poter essere toccata con una mano, ma dietro il nome di questo “sortilegio” vi è una storia molto interessante. Infatti, si dice, che la Fata Morgana per convincere Ruggero I d’Altavilla ad attaccare e conquistare la Sicilia, fece un incantesimo e con un colpo della sua bacchetta l’isola apparve a Ruggero così vicina da poterla toccare con le mani, tuttavia il re decise che non avrebbe mai utilizzato la magia per vincere la guerra, così per conquistare la Sicilia impiegò circa 30 anni.


- Scilla: Secondo la leggenda Scilla era una ninfa bellissima e proprio la sua bellezza fece innamorare perdutamente una divinità marina, Glauco. L’amore non era corrisposto da parte di Scilla e se dapprima Glauco aveva mostrato pazienza e gentilezza, riempiendo la ninfa di regali e complimenti, dopo non riuscì più a sopportare i continui rifiuti da parte della ninfa, la quale fu trasformata da Glauco in una sorta di sirena che manteneva fattezze umane dalla vita in su, e al posto delle gambe aveva una coda di delfino. La disperazione di Scilla la portò al suicidio, infatti si gettò in mare e subito si alzarono onde gigantesche che crearono la scogliera, che ancora oggi caratterizza la costa di Scilla, ma nella scogliera c’è ancora oggi intrappolata la triste e disperata anime di Scilla.



- La spiaggia di Torre Ruffa: Questa spiaggia situata in provincia di Vibo Valentia, è il luogo dove si sarebbe consumata una triste tragedia. Si narra infatti che la vedova Donna Canfora sia stata rapita dai Saraceni e proprio nei pressi di Torre Ruffa si sia gettata dalla loro nave suicidandosi, affermando che le donne della terra di Calabria preferiscono morire piuttosto che perdere l’onore. Per onorare l’animo della donna e la sua purezza, il mare ogni ora cambia colore passando da una tonalità d’azzurro all’altra ed il rumore provocato dalle onde sugli scogli altro non sarebbe che il saluto di Donna Canfora alla sua terra.


Queste storie aumentano indubbiamente il fascino di una regione che per lungo tempo ha avuto una classe politica non in grado di valorizzarla, vittima anche di problemi storici e pregiudizi, la Calabria è una terra che non del tutto è riuscita ad esprimere il suo potenziale e a far conoscere i posti bellissimi che la caratterizzano, a far conoscere le sue storie e la sua cultura.


Articolo a cura di: Antonino Cuppari



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