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“BINGO”

Margherita Vicario ci insegna come anche il pop può divenire un genere impegnato.


Bingo” è il secondo album della cantautrice italiana Margherita Vicario, pubblicato il 14 maggio 2021, dopo un lungo lavoro in studio avviato nel 2018; all’interno sono presenti quattordici tracce di cui la metà del tutto inedite, mentre le altre sette sono state rilasciate negli ultimi due anni come singoli anticipatori.



Per semplificare si potrebbe circoscrivere il progetto all’interno del genere pop, anche se sarebbe alquanto riduttivo assegnare dei paletti – o delle etichette – a un’artista come Margherita Vicario: poliedrica, riflessiva, critica, ma anche ironica e versatile, è riuscita a comporre un album che toccasse un po’ tutti i lati di sé e della sua quotidianità, adattandosi alla perfezione agli arrangiamenti e beat diversi, cambiando lo stile di scrittura in base alla tematica trattata. I temi affrontati, poi, non seguono un filo rosso, sembra più un flusso di pensieri, di emozioni, un vero e proprio resoconto di ciò che passa per la mente dell’artista, a volte partendo da tematiche precise e più impegnate, altre volte quasi trasformando in racconti piccoli eventi della sua vita, quotidiana e non. Si sente parlare di religione, di femminismo – o come preferisce chiamarlo l’artista, il femminile – di politica, spesso in modi decisamente espliciti, ma anche in brani che all’apparenza sembrano più disimpegnati e “leggeri”.


I featuring presenti nell’album hanno saputo rendere onore alla scrittura dell’artista, ma soprattutto alle tematiche via a via affrontate nei brani. Partendo da Speranza, rapper classe ’89, casertano cresciuto in una periferia francese, che è riuscito a portare il crudo – caratteristica che calza a pennello con la figura rappresentata del padre-padrone – in “Romeo”, uno storytelling di una condizione purtroppo ancora attuale: quella che vivono molte donne in diverse parti dell’Italia, soprattutto centro-meridionale. A lui si aggiunge Elodie, all’interno del brano “Xy”, in cui le due artiste si incastrano alla perfezione non solo per armonia di voci e suoni, ma anche per sintonia di pensieri – vista la critica al maschilismo portata nel brano, e il fatto che entrambe le cantanti si siano sempre battute per combattere lo stampo patriarcale della società, anche e soprattutto nella vita reale e sui social. Infine, ma non per importanza, troviamo Izi, uno dei rapper più conosciuti della scena genovese, nel brano “Piña colada”, dove il sound rimanda alla spensieratezza e allegria tipiche dell’estate, senza però tralasciare del tutto la critica sociale.



Tra i brani che probabilmente colpiscono in modo più immediato per il loro essere diretti, crudi, quasi sfacciati, abbiamo – come già detto – “Romeo”, ma anche “Giubbottino”, che diventa un vero e proprio inno all’abolizione dei tabù e dei pregiudizi nel sesso e nelle relazioni intime più in generale. Anche “Troppi preti e troppe suore” e “Orango Tango” inevitabilmente colpiscono l’ascoltatore grazie al sound allegro, ma accompagnato da un testo di denuncia politica e sociale – anche verso istituzioni come la Chiesa e personaggi conosciuti come alcuni politici citati direttamente.


Nonostante l’importanza dei messaggi mandati è bene ricordare che l’album, proprio come suggerisce il suo titolo, ha prevalentemente un ritmo e un sound gioioso che riesce a rendere anche l’ascolto disinteressato piacevole. Questo perché rappresenta una rinascita, una vittoria per l’artista, che dopo sette anni, finalmente, ha pubblicato un lavoro complesso e completo che soddisfa le sue aspettative e rispecchia il suo attuale modo “giocoso” di affrontare la vita.


Articolo a cura di: Letizia Malison


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