Anne Frank: caso risolto
Immagino che tutti voi conosciate il nome di Anne, Annelies Marie Frank. Immagino, inoltre, che subito vi salti nella mente il volto, in bianco e nero, di una ragazza sorridente, e il suo diario. Poi la tristezza vi devasta e penetra un forte rimorso…come se, forse, sarebbe potuta andare diversamente.

Anne è una delle scrittrici, storiche e testimoni di quella che è stata la Shoa; molti di noi hanno letto le sue parole, riflettendo e capendo. La notizia che è stata padrona in questi giorni è che la storia di Anne, per certi versi, ha avuto fine. O meglio, la storia “giudiziaria”, se così vogliamo chiamarla, ha avuto fine.
Il 4 agosto 1944, una truppa delle SS scova Anne, la sua famiglia, la famiglia van Pels, la signora Hollander e il signor Fritz Pfeffer, all’interno di un retro-casa, nascosti da una libreria. Chiaramente, per anni ci si è chiesto chi avesse svelato il loro nascondiglio, e, col senno di poi, si sono avverate le parole del padre di Anne, Otto, che non escludeva che fossero stati proprio degli ebrei a tradirli.
Proprio a questa conclusione è giunto lo studio e la ricerca quinquennale condotta dell’ex agente dell’FBI Vince Pankoke. Il gruppo di storici è giunto alla conclusione, seguendo una pista che aveva quattro presunti “traditori”, che il signor Arnold Van de Bergh, notaio e membro del consiglio ebreo, abbia rivelato numerosi nascondigli di ebrei per poter salvare se stesso e la propria famiglia.
In questo caso possiamo parlare quasi di una nemesi storica, ovvero che alla fine il tradimento e la morte di Anne e dei suoi “coinquilini” (eccetto il padre Otto, unico superstite) abbia ricevuto una sorta di giustizia, dal momento che al pubblico è stato fatto il nome di colui che li tradì. E proprio il fatto che fosse ebreo, serve a farci comprendere meglio il clima di disperazione in cui anche la comunità ebraica, forse la più solidale con i suoi membri, ha avuto un anello mancante che ha portato alla morte gli altri.
L’indagine è uscita ed è stata pubblica nel libro “Chi ha tradito Anne Frank?” di Rosemary Sullivan. A fronte di questa dichiarazione, altri storici si sono introdotti nell’indagine sul caso, nutrendo forti riserve sull’esito del lavoro condotto da Pankoke. Per cui, definitivamente, la questione sul tradimento di Anne, non può dirsi conclusa.
Di nuovo, la storia ci mostra delle linee, delle linee ben precise e quando, talvolta, esse sono oscurate, magari coperte da uno strato debole di polvere, che non ne permettono la corretta vista, spetta allo storico scoprirle e riportarle alla luce. Il lavoro compiuto in cinque anni dal gruppo di Pankoke mostra quanto la ricerca storica oggi abbia degli strumenti eccezionali per poter giungere a un’esattezza, alla verità, e speriamo ovviamente che questo gesto possa rendere giustizia di un atto efferato e terribile.
Articolo a cura di: Marco Mariani